“Noi possiamo essere signori dei beni che possediamo, ma spesso accade il contrario: sono loro alla fine a possederci”. E’ il monito del Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata all’avarizia. “Alcuni uomini ricchi non sono più liberi, non hanno più nemmeno il tempo di riposare, devono guardarsi alle spalle perché l’accumulo dei beni esige anche la loro custodia”, il grido d’allarme di Francesco: “Sono sempre in ansia perché un patrimonio si costruisce con tanto sudore, ma può sparire in un attimo. Dimenticano la predicazione evangelica, la quale non sostiene che le ricchezze in sé stesse siano un peccato, ma di certo sono una responsabilità”. “Dio non è povero: è il Signore di tutto, però – scrive san Paolo – ‘da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà’”, ha osservato il Papa: “È ciò che l’avaro non capisce. Poteva essere motivo di benedizione per molti, e invece si è infilato nel vicolo cieco dell’infelicità”.