“E’ capitato anche a me di essere oggetto” di “fake news” o “deep fake”, cioè della creazione e diffusione di notizie o immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false. Lo rivela il Papa, nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “I sistemi di intelligenza artificiale possono contribuire al processo di liberazione dall’ignoranza e facilitare lo scambio di informazioni tra popoli e generazioni diverse”, argomenta Francesco: “Possono ad esempio rendere raggiungibile e comprensibile un enorme patrimonio di conoscenze scritto in epoche passate o far comunicare le persone in lingue per loro sconosciute. Ma possono al tempo stesso essere strumenti di ‘inquinamento cognitivo’, di alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute – e condivise – come se fossero vere”. “Basti pensare al problema della disinformazione che stiamo affrontando da anni – la denuncia del Papa – nella fattispecie delle fake news e che oggi si avvale del deep fake, cioè della creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false (è capitato anche a me di esserne oggetto) o di messaggi audio che usano la voce di una persona dicendo cose che la stessa non ha mai detto”. “La simulazione, che è alla base di questi programmi, può essere utile in alcuni campi specifici, ma diventa perversa là dove distorce il rapporto con gli altri e la realtà”, avverte Francesco.