Educazione: Sos Villaggi dei Bambini, l’impegno a favore dei rifugiati ucraini. I rischi per la salute mentale in guerra, pandemia e calamità naturali

“I conflitti, come la guerra in Ucraina, ci portano ad affrontare una sfida educativa per fare dell’educazione un elemento chiave per la pace”. Lo sottolinea oggi Sos Villaggi dei Bambini, in occasione della Giornata mondiale dell’educazione.
“Sono 1.220 i rifugiati ucraini in Italia – minorenni, Msna e madri single – che hanno beneficiato delle cure di Sos Villaggi dei Bambini, che ha risposto all’emergenza avviando un progetto sul territorio che include Trento, Trieste, Mantova, Milano, Palermo, Caldonazzo e due Villaggi Sos (Vicenza e Ostuni). Obiettivo dell’intervento è “contribuire al benessere multidimensionale dei rifugiati e dei richiedenti asilo attraverso la protezione, servizi di salute mentale e sostegno psicosociale (Mhpss), l’empowerment delle donne e della comunità, la formazione del personale sul supporto psicosociale e sugli strumenti di advocacy”. Con uno sguardo particolare ai minorenni, “si è lavorato al fine di migliorare il benessere psicosociale dei bambini ucraini con attività di supporto all’istruzione formale e informale, compreso l’insegnamento della lingua ucraina, affinché i bambini continuassero a nutrire le loro radici. Infine, sono state realizzate attività ricreative e proposti interventi di carattere psicosociale basati sul movimento e sul gioco (TeamUp), con l’obiettivo di alleviare lo stress sperimentato da bambini e ragazzi ucraini e dai loro caregiver”.
In contesti difficili “nasce il rischio che molti bambini e ragazzi siano soggetti a problemi legati alla salute mentale”. Qui entra in gioco la necessità di garantire un sostegno che passi anche attraverso l’educazione. “I conflitti espongono a una dimensione di stress cronico, di paura, sottraggono il futuro alle bambine e bambini che possono avere ricadute importanti sulla qualità della loro salute mentale”, spiega Emanuele Caroppo psichiatra, psicoanalista e coordinatore del Comitato Scientifico di Sos Villaggi dei Bambini. “In condizioni avverse come le guerre, vengono infrante le possibilità di sognare il domani e imparare come si costruisce passo dopo passo il percorso per raggiungere il proprio futuro. È importante attivarsi subito per evitare che le situazioni di crisi come la guerra, una calamità naturale o la stessa pandemia, lascino cicatrici indelebili segnando il destino dei più piccoli conducendoli verso la strada della deumanizzazione. Servono luoghi sicuri e programmi di supporto. Per questo all’interno delle strutture di Sos Villaggi dei Bambini è attivo un network di ascolto psicologico, con l’obiettivo, non di cercare la malattia, ma di creare ambienti dove ogni bambino possa essere aiutato a tirar fuori le proprie emozioni, anche attraverso il disegno, per battere sul tempo il disagio psicologico prima che si manifesti”.
È proprio nell’ambito della salute mentale e dell’educazione in emergenza che Sos Villaggi dei Bambini ha avviato diversi progetti. Tra questi “Well-U, volto a implementare misure preventive di salute mentale e psicosociali universali che possono essere attuate da insegnanti, educatori, mediatori culturali, operatori sanitari e sociali, personale che lavora nei centri di accoglienza, oltre che dagli stessi rifugiati”. Il progetto, avviato nel pieno della crisi ucraina, ha lo scopo di “fronteggiare i rischi rispetto alla salute mentale cui vanno incontro i rifugiati nel corso del loro processo di migrazione”. Il progetto Well-U fornisce una serie di interventi maggiormente accessibili, riducendo l’onere per le istituzioni specializzate in salute mentale.

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