Un “quadro preoccupante dell’Europa” emerge dal rapporto annuale che la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, ha presentato ai membri dell’Assemblea parlamentare del Consiglio (Apce). Perché si “intensificano le sfide per la protezione dei diritti umani”, che ha “perso terreno”. Sono soprattutto le zone di conflitto a inquietare: l’Ucraina, e in particolare le questioni dei minori trasferiti in Russia o nei territori ucraini occupati dalla Russia e quelle dei Tatari di Crimea nella Crimea sotto occupazione russa; e poi le vicende nella contesa tra Armenia e Azerbaijan per la regione del Karabakh. La Commissaria vede però anche “molte ragioni di speranza ed esempi di resilienza” e cita l’impegno che, in occasione del Vertice di Reykjavik a maggio, i capi di Stato e di governo hanno rinnovato per le norme e i principi del Consiglio d’Europa, “la risposta collettiva alla guerra in Ucraina” e “l’incrollabile impegno delle Ong, dei giornalisti, dei difensori dei diritti umani, delle istituzioni nazionali per i diritti umani e degli attivisti per la difesa dei diritti umani”. Tuttavia, ha anche detto Mijatović nel suo intervento, “dobbiamo affrontare la situazione con determinazione e uno sforzo collettivo”, serve “un impegno rinnovato a favore dei principi e delle norme difesi dalla nostra Organizzazione”. Questo è stato l’ultimo rapporto presentato dalla Commissaria Mijatović, che sta giungendo al termine del suo mandato (sei anni, non rinnovabili).