“Grazie per i sacrifici nel seguire il Successore di Pietro in giro per il mondo e nel lavorare spesso pure la domenica e i giorni di festa”. È l’omaggio del Papa ai membri dell’Associazione internazionale dei giornalisti accreditati presso il Vaticano (Aigav), ricevuti in udienza in Sala Clementina. “Vi devo chiedere scusa per le volte in cui le notizie che in diverso modo mi riguardano vi hanno sottratto alle vostre famiglie, al gioco con i vostri figli, al tempo da trascorrere con i mariti o con le mogli”, ha detto Francesco, riflettendo “sul faticoso mestiere di vaticanista nel raccontare il cammino della Chiesa, nel costruire ponti di conoscenza e di comunicazione invece che solchi di divisione e di diffidenza”. Per la definizione di vaticanista, Papa Francesco ha preso in prestito le parole di Luigi Accattoli, “che ha da poco festeggiato gli ottant’anni e ha viaggiato tanto con i Papi”: “un mestiere veloce fino a risultare spietato, due volte scomodo quando si applica a un soggetto alto come la Chiesa, che i media commerciali inevitabilmente portano al loro livello di mercato”. “In tanti anni di vaticanismo – la testimonianza di Accattoli citata dal Papa – ho appreso l’arte di cercare e narrare storie di vita, che è un modo di amare l’uomo. Ho imparato l’umiltà. Ho avvicinato tanti uomini di Dio che mi hanno aiutato a credere e a restare umano. Non posso dunque che incoraggiare chi voglia avventurarsi in questa specializzazione giornalistica”. “Nonostante le difficoltà, è un bell’incoraggiamento: amare l’uomo, imparare l’umiltà”, ha commentato Francesco. “Vi ringrazio per lo sforzo che fate nel mantenere questo sguardo che sa vedere dietro l’apparenza, che sa cogliere la sostanza, che non vuole piegarsi alla superficialità degli stereotipi e delle formule preconfezionate dell’informazione-spettacolo, le quali, alla difficile ricerca della verità, preferiscono la facile catalogazione dei fatti e delle idee secondo schemi precostituiti”, l’apprezzamento del Papa: “Vi incoraggio ad andare avanti in questo cammino che sa coniugare l’informazione con la riflessione, il parlare con l’ascoltare, il discernimento con l’amore”.