Sede Csm intitolata a Bachelet: Notarstefano (Ac), “una notizia che ci fa felici”

“Una piccola notizia che piccola non è. Che ci fa essere felici e grati all’istituzione che ne è l’artefice”. Lo scrive Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, commentando la notizia che “Palazzo dei Marescialli, sede dal 1962 del Consiglio superiore della magistratura, cambia nome e il prossimo 12 febbraio sarà intitolato a Vittorio Bachelet, che fu presidente nazionale dell’Azione cattolica dal 1964 al 1973, artefice del nuovo Statuto associativo post-Concilio, e vicepresidente del Csm dal dicembre 1976 sino al 12 febbraio 1980. Giorno in cui fu assassinato da un commando delle Brigate rosse sulle scale della facoltà di Scienze politiche dell’Università ‘La Sapienza’, a Roma, a conclusione di una sua lezione di Diritto amministrativo”.
Osserva Notarstefano: “Vittorio Bachelet ci ha testimoniato che è irrinunciabile impegnarsi per una società più giusta, più equa, più fraterna, senza mai trascendere nella sterile contrapposizione fine a sé stessa. Egli amava la sua famiglia, la sua comunità, la sua associazione, il suo Paese. Amava i valori della nostra Costituzione. Ed è questo amore che ci ha lasciato in eredità”.
Il 9 e il 10 febbraio prossimo si terrà a Roma l’annuale “Convegno Bachelet” che l’Azione cattolica promuove insieme all’Istituto per lo studio dei problemi sociali e politici dedicato a Vittorio. Giunto alla sua 44ª edizione, ha come tema “Per una (r)esistenza democratica. Come e dove si custodisce la democrazia”. “Custodire – l’invito di Notarstefano – è il verbo su cui tutti dovremmo soffermarci. Custodire non vuol dire conservare qualcosa in una teca, in un cassetto, ma viverla. Piuttosto, condividerla. Perché l’oblio non l’avvolga e perché si rigeneri continuamente, di generazione in generazione. Innaffiandola di speranza, come ci ha detto Vittorio: ‘Io credo che dobbiamo guardare a questo futuro con fiducia, e anche con speranza – così Bachelet nel suo intervento all’Assemblea elettiva dell’Azione cattolica del 1973, lasciando la presidenza dell’associazione – anche se siamo abbastanza sicuri che le difficoltà che ci saranno non saranno forse granché minori di quelle che abbiamo avuto fino a ora. Ma dobbiamo guardare con fiducia, senza lasciarci prendere da un atteggiamento che qualche volta rischia di morderci il cuore. Per costruire ci vuole la speranza’”. Bachelet concludeva invitando a tenere fermo un atteggiamento di speranza, “che ci consente di vincere anche queste ombre, di vincere anche questi rischi, di vincere il male con il bene”.

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