Papa Francesco: ad Asmel, “i piccoli Comuni sono spesso trascurati e si trovano in condizione di marginalità”

Foto Vatican Media/SIR

“I territori da cui provenite sperimentano alcune delle contraddizioni della società attuale e del suo modello di sviluppo. I piccoli Comuni, soprattutto quelli che fanno parte delle cosiddette aree interne, e che sono la maggior parte, sono spesso trascurati e si trovano in condizione di marginalità. I cittadini che li abitano, una porzione significativa della popolazione, scontano divari importanti in termini di opportunità, e questo resta una fonte di disuguaglianza”. Lo ha detto, stamattina, Papa Francesco, ricevendo in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo apostolico vaticano, i membri dell’Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli Enti locali (Asmel).
“Alla radice di questi divari – ha evidenziato il Pontefice – c’è il fatto che risulta troppo dispendioso offrire a questi territori la stessa dotazione di risorse delle altre aree del Paese. Vediamo qui un esempio concreto di cultura dello scarto: ‘tutto ciò che non serve al profitto viene scartato’. Si innesca così un giro vizioso: la mancanza di opportunità spinge spesso la parte più intraprendente della popolazione ad andarsene e questo rende i territori marginali sempre meno interessanti, sempre più abbandonati a sé stessi. A restare sono soprattutto gli anziani e coloro che più faticano a trovare alternative”. Di conseguenza, ha osservato il Santo Padre, “cresce in questi territori il bisogno di Stato sociale, mentre diminuiscono le risorse per darvi risposta”.

C’è un altro aspetto di questa dinamica: “È nelle aree interne, marginali, che si trova la maggior parte del patrimonio naturale (foreste, aree protette, e così via): sono dunque di importanza strategica in termini ambientali. Ma – ha avvertito il Papa – lo spopolamento progressivo rende più difficile la cura del territorio, che da sempre gli abitanti di queste zone hanno portato avanti. I territori abbandonati diventano più fragili, e il loro dissesto diventa causa di calamità e di emergenze, specie oggi con gli eventi estremi sempre più frequenti: ad esempio piogge torrenziali, inondazioni, e frane; siccità e incendi; tempeste di vento e così via. Guardando questi territori, abbiamo conferma del fatto che ascoltare il grido della terra significa ascoltare il grido dei poveri e degli scartati, e viceversa: nella fragilità delle persone e dell’ambiente riconosciamo che tutto è connesso – tutto è connesso! –, che la ricerca di soluzioni richiede di leggere insieme fenomeni che spesso sono pensati come separati. Tutto è connesso”.
“Queste cose voi le conoscete molto bene – ha aggiunto Francesco -. Oggi voglio ringraziarvi per il vostro impegno e per il vostro lavoro, che cerca di contribuire a tutelare la dignità delle persone e a curare la casa comune, anche con risorse scarse e tra mille difficoltà. Di questo impegno c’è un bisogno crescente, per cui vi invito a non abbassare la guardia e a non lasciarvi scoraggiare”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori