Si è appena conclusa in duomo, a Milano, la messa di suffragio per mons. Giovanni Giudici, deceduto giovedì 18 gennaio all’età di 83 anni: sacerdote ambrosiano, insegnante, vicario episcopale della zona di Varese, vicario generale durante l’episcopato del card. Carlo Maria Martini, vescovo di Pavia, Giovanni Giudici, ha detto l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, durante l’omelia, “ha ricoperto molti ruoli di responsabilità, era dotato di molte qualità e si è fatto apprezzare da tutti”.
In una cattedrale affollata dalle tante persone che lo hanno conosciuto e amato, anche nei suoi incarichi come assistente diocesano dei giovani dell’Azione cattolica e come presidente nazionale di Pax Christi, mons. Delpini ha dapprima tratteggiato le caratteristiche di coloro che ha definito i “discepoli dei preparativi”, “quelli di cui Gesù può fidarsi”, “quelli che non si accontentano di eseguire e d’altra parte non si ritengono autorizzati a qualsiasi scelta”, “quelli che avendo capito cosa c’è da fare, semplicemente lo fanno”, che “praticano la collaborazione come il modo abituale di essere discepoli e hanno come mandato quello di preparare la Pasqua”.
L’arcivescovo ha poi così concluso l’omelia: “Del vescovo Giovanni si possono dire molte cose. Ma in questo momento di preghiera mi sembra che si possa anche semplicemente dire che è stato un discepolo dei preparativi. Ha preparato la Pasqua. E ora si può dire che i suoi occhi si aprono su un nuovo cielo e una nuova terra e finalmente è possibile per don Giovanni finire la fatica dei preparativi e attingere alla fonte dell’acqua della vita. Ora, finalmente, può celebrare la Pasqua che per tutta la vita ha preparato”.
Al termine della celebrazione mons. Delpini ha poi aggiunto: “Credo che don Giovanni vorrebbe dire un’ultima parola a ciascuno di noi: ‘grazie’. Grazie ai parenti e agli amici di una vita con cui ha condiviso la passione apostolica e la ricerca delle strade da percorrere come Chiesa del post Concilio, grazie alle istituzioni con cui ha sempre avuto un rapporto rispettoso e di collaborazione, grazie a chi lo ha accompagnato negli ultimi anni a Varese nelle fatiche dovute alla salute. Don Giovanni festeggiava l’onomastico a san Giovanni Bosco, il 31 gennaio, ispirandosi a un prete dedito con tutte le sue forze ai giovani e al rinnovamento della Chiesa. Perciò mi pare che anche il suo onomastico possa essere di incoraggiamento per imitare i santi preti, i santi vescovi e i santi laici che ci insegnano a essere discepoli”.
La salma di mons. Giudici verrà ora trasportata a Pavia dove lunedì 22 gennaio, alle 10, in duomo, si svolgeranno i funerali solenni.