“Abbiamo bisogno di un richiamo, di un incoraggiamento perché il nostro cuore si allarghi sempre più per accogliere la grazia di Dio che è sovrabbondante e generosa e vivere secondo la sua volontà”. Lo ha detto mons. Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, nell’omelia pronunciata nella basilica dell’Immacolata per il Te Deum di fine anno. Il presule catanzarese è andato col pensiero ai “momenti faticosi e momenti belli” vissuti dalla Calabria, richiamando la strage di Cutro, i “drammi familiari in cui si consumano violenze inaudite”, le “relazioni che sfociano in omicidi efferati con una facilità preoccupante”, una “crisi economica che continua a fiaccare le energie del paese in ogni luogo”. Ma – ha aggiunto mons. Maniago – “dobbiamo vedere i segnali che ci indicano la luce, la possibilità della rinascita”, perché “c’è un’energia che sopravvive con forza nel tessuto delle nostre famiglie”, e che, “anche se messe a dura prova, si affaccia in quel senso di solidarietà che non è morto nelle nostre comunità” e che “ancora si manifesta anche in momenti di crisi come quelli che stiamo vivendo”. Per l’arcivescovo di Catanzaro “sono concreti segnali di un fuoco che resiste sotto la cenere, che affonda le sue radici in una fede cristiana forte e sincera e si nutre ancora di valori, come la pace, la giustizia e la legalità, figli di una storia e di una cultura di cui dovremmo imparare a nutrirci con più convinzione”.