Dalla storia al futuro: con questo spirito, partendo dalle eredità e dai percorsi dell’ultimo secolo, con uno sguardo internazionale e rivolto alle nuove prospettive, si è tenuto oggi a Roma, nella Curia generalizia della Compagnia di Gesù, l’evento “History, Legacy and Perspectives: the Role of a Network of Catholic Universities in Research Development”, promosso dall’Università Cattolica in occasione delle celebrazioni per il centenario della Federazione internazionale delle Università cattoliche (Fiuc).
Prima del convegno i partecipanti sono stati ricevuti in udienza da Papa Francesco che, “nel dialogo diretto con i rappresentanti delle università cattoliche, ha ricordato che l’umanesimo, un umanesimo che si inserisce in modo esplicito nel quadro dei valori cristiani, è la cifra di identità delle università cattoliche”, ha commentato il rettore della Cattolica Franco Anelli. Di qui l’esortazione del Pontefice a questi atenei “a perseguire le azioni educative, consapevoli dei fini cui tendono, l’insegnamento universitario come strumento di formazione, piena e completa della persona; a essere coraggiosamente aperti al mondo” e “promotori di dialogo” in un contesto “che vede insorgere ogni giorno nuove barriere e nuove conflitti”.
Aperto da Anelli, introdotto dalla presidente Fiuc, Isabel Capeloa Gil, e concluso dal pro rettore vicario dell’Università Cattolica, Pier Sandro Cocconcelli, il convegno ha visto la partecipazione dei professori Yoshiaki Terumichi (President, Sophia University), Aaron Dominguez (Provost, Catholic University of America), Lilian Ferrer (Vice President for International Affairs, UC Chile), Jan Wouters (Full Professor of International Law, KU Leuven) e Peter Hanenberg (Vice Rector for Research, Universidade Catòlica Portuguesa) che hanno dialogato sui punti principali dell’incontro: come riformulare l’idea dei fondatori guardando ai prossimi cento anni della Federazione? Quale ruolo può avere una rete di università cattoliche nello sviluppo della ricerca, considerata la centralità e l’importanza della prospettiva internazionale?
“Le categorie con cui interpretare la natura e, a mio avviso, il destino delle università cattoliche sono due: autonomia e inclusione”, ha detto Anelli nel suo intervento iniziale. “Studiare, insegnare, lavorare in una università cattolica significa essere all’interno di un progetto più ampio, che conferisce senso ai nostri ruoli”, ha proseguito.
Per Cocconcelli “le università, e in particolare le Università cattoliche, hanno di fronte sfide e opportunità: il particolare contesto geopolitico, la sicurezza della conoscenza, l’attrazione di accademici dall’estero, le politiche e gli incentivi all’istruzione superiore”. Essenziale “fare rete, condividere obiettivi e percorsi multidisciplinari di ricerca e di studio, soprattutto attraverso il lavoro e l’impegno dei giovani ricercatori”.