L’acqua è “utile e umile, eppure diventata tremenda e distruttiva nel caso del Vajont, oppure inaccessibile per tanti che oggi, nel mondo, soffrono la sete o non hanno acqua potabile”. Lo ha detto il Papa, al termine del discorso rivolto ad una rappresentanza della popolazione colpita 60 anni fa dalla tragedia del Vajont. “Abbiamo bisogno dello sguardo contemplativo e rispettoso di San Francesco per riconoscere la bellezza del creato e saper dare alle cose il giusto ordine, per smettere di devastare l’ambiente con logiche mortifere di avidità e collaborare fraternamente allo sviluppo della vita”, il riferimento all’ottavo centenario della composizione del Cantico delle Creature di San Francesco: “Voi lo fate, custodendo la memoria e testimoniando come la vita possa risorgere proprio là, dove tutto era stato inghiottito dalla morte”.