“Non possiamo affidare alla paura la gestione delle nostre università; e sfortunatamente questo è più frequente di quanto si pensi”. È il monito del Papa, nel discorso preparato e consegnato per l’udienza ad una delegazione della Federazione internazionale delle università cattoliche (Fiuc), in occasione della celebrazione del centenario di fondazione, cita una favola raccontata da Franz Kafka per stigmatizzare “la tentazione di chiudersi dietro i muri, in una bolla sociale sicura, evitando i rischi o le sfide culturali, voltando le spalle alla complessità della realtà”. “Può sembrare la strada più affidabile”, ma “è mera illusione”, spiega Francesco: “La paura divora l’anima. Non circondate mai l’università con muri di paura. Non permettete che un’Università Cattolica si limiti a replicare i muri tipici delle società in cui viviamo: quelli della disuguaglianza, della disumanizzazione, dell’intolleranza e dell’indifferenza, di tanti modelli che mirano a rafforzare l’individualismo e non investono nella fraternità”. “Un’università che si protegge all’interno delle mura della paura può raggiungere un livello prestigioso, riconosciuto e apprezzato, occupando i primi posti nelle classifiche di produzione accademica”, il grido d’allarme del Papa: “Ma, come diceva il pensatore Miguel de Unamuno, ‘il sapere per il sapere: questo è disumano’. Dobbiamo sempre chiederci: a cosa serve la nostra scienza? Che potenziale trasformativo ha la conoscenza che produciamo? Di cosa e di chi siamo al servizio?”. Per Francesco, in altre parole, “la neutralità è un’illusione: un’università cattolica deve fare delle scelte, delle scelte che riflettano il Vangelo. Deve prendere posizione e dimostrarlo con le sue azioni, in modo limpido; ‘sporcarsi le mani evangelicamente nella trasformazione del mondo e al servizio della persona umana”.