“Questo incontro con voi è un segno vivo nel contesto della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani iniziata ieri”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza la delegazione ecumenica della Finlandia, in occasione della festa di Sant’Enrico. “Facciamo in modo che questo appuntamento ecumenico non si riduca a un adempimento e che non diventi autoreferenziale”, il monito: “che abbia sempre la linfa vitale dello Spirito Santo e che sia aperto ad accogliere i fratelli più poveri e più dimenticati, e anche coloro che si sentono abbandonati da Dio, che hanno smarrito la strada della fede e della speranza”. “In quanto membri della comunità dei battezzati, siamo in cammino e la nostra meta comune è Gesù Cristo”, ha esordito Francesco, secondo il quale ”questa meta non è lontana, non è irraggiungibile, perché il nostro Signore ci è venuto incontro nella sua misericordia, si è fatto vicino nell’Incarnazione e si è fatto Egli stesso la Via, così che possiamo camminare sicuri, in mezzo agli incroci e alle false indicazioni del mondo, spesso bugiardo”. “I santi sono fratelli e sorelle che hanno percorso fino in fondo questa strada e sono arrivati alla meta”, ha fatto notare il Papa: “Ci accompagnano come testimoni viventi di Cristo nostra Via, Verità e Vita. Ci incoraggiano a rimanere sul sentiero del discepolato anche quando facciamo fatica, quando cadiamo. Come luci accese da Dio, brillano davanti a noi per non farci perdere di vista la meta”. “Ci sono stati momenti in cui la venerazione dei santi sembrava dividere piuttosto che unire i credenti cattolici e ortodossi, da un lato, e quelli evangelici, dall’altro”, ha denunciato Francesco: “Ma così non deve essere e, in realtà, non è mai stato nella fede del santo Popolo fedele di Dio”. “Se il millenario della morte di Sant’Olav, nel 2030, potrà ispirare e approfondire la nostra preghiera per l’unità, e anche il nostro camminare insieme, questo sarà un dono per l’intero movimento ecumenico”, l’omaggio del Papa.