Don Luigi Sturzo: mons. Pennisi (emerito Monreale), “contributo originale e attuale per civiltà fondata su valori morali”

“Oggi dobbiamo rendere grazie al Signore per aver donato all’Italia, al mondo e alla Chiesa don Luigi Sturzo che è stato assieme un uomo di Dio e un sacerdote che si è fatto annunciatore e testimone dell’amore di Dio verso gli uomini”. Lo ha detto l’arcivescovo emerito di Monreale, mons. Michele Pennisi, nell’omelia della messa che ha celebrato nella chiesa dei santi Apostoli, a Roma, nel centenario della partenza di don Luigi Sturzo per l’esilio. “Il motivo per il quale ci troviamo in questa chiesa dei santi Apostoli è dovuto al fatto che la sera del 17 dicembre del 1918, i 40 partecipanti alla costituente del Partito Popolare uscirono attorno alla mezzanotte, dalla sede dell’Unione romana in via dell’Umiltà. Passando davanti alla chiesa dei santi Apostoli dove vi si svolgeva l’adorazione eucaristica notturna vi entrarono e si misero in preghiera”, ha ricordato il presule. Che ha aggiunto: “La riunione che aveva sancito la nascita del nuovo partito si chiudeva nella meditazione e nella preghiera. L’episodio ci aiuta a capire quanto la fede sia stata per Sturzo qualificante del suo impegno pastorale, sociale e politico”.
Nella sua omelia l’arcivescovo ha osservato che “di fronte alle sfide provenienti oggi dagli atti di terrorismo, dai venti di guerra che continuano a spirare nella nostra società globale, le riflessioni elaborate da don Luigi Sturzo, soprattutto fra la prima e la seconda guerra mondiale, sui temi della pace, della comunità internazionale e sul superamento del diritto di guerra, costituiscono un contributo originale ed attuale alla costruzione di una civiltà nuova fondata su valori morali in vista della creazione di una autorità sovranazionale in grado di affermare il diritto sulla forza e di garantire una pace giusta fra le nazioni”. “Sturzo contrappone le ragioni della politica e il primato dell’etica nel promuovere una pace integrale contro l’illusione che attraverso la guerra si possa giungere alla vittoria”. Infine, il presule ha auspicato di “essere promotori di una cultura ispirata dalla fede cristiana e all’ideale del popolarismo, operatori di giustizia e di pace, impegnati a coltivare un’autentica spiritualità ispirata dall’amore verso Dio e verso il prossimo a servizio del bene comune”.

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