Per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2024 dal 18 al 25 gennaio nella diocesi di Roma si terrà una veglia ecumenica diocesana domani, venerdì 19 gennaio, alle 19, nella parrocchia di San Gaspare del Bufalo (piazza omonima), con la partecipazione dei rappresentanti delle diverse confessioni presenti a Roma. A presiederla sarà il vescovo Riccardo Lamba, delegato diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso; l’omelia sarà offerta dal pastore Dr. Michael Jonas, della Chiesa Luterana di Roma; l’animazione sarà invece a cura delle corali Romeno Ortodossa, Metodista e Valdese, DecimaQuinta e San Gaspare del Bufalo. Tra le tante iniziative in programma, nella parrocchia di Dio Padre Misericordioso giovedì 18 alle 20.30 ci sarà una veglia della XVI prefettura, a cui interverrà il pastore Andrea Aprile, della Chiesa Battista di via del Grano. Martedì 23 gennaio, alle ore 19, si terrà un momento di preghiera ecumenico parrocchiale di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri presso la vicina chiesa metodista di via XX Settembre (angolo via Firenze). Come tradizione, la Messa nei vari riti cattolici d’Oriente e d’Occidente verrà celebrata solennemente nel Centro eucaristico ecumenico di Santa Maria in Via Lata (via del Corso, 306) delle Figlie della Chiesa, con inizio alle ore 20; parteciperanno anche i diversi Collegi pontifici presenti a Roma. Il sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2024 è stato preparato da un Gruppo ecumenico locale del Burkina Faso, coordinato dalla Comunità locale di Chemin Neuf (Comunità Chemin Neuf, Ccn). In particolare, sono stati coinvolti nella stesura del testo fratelli e sorelle dall’arcidiocesi cattolica di Ouagadougou, dalle Chiese protestanti, dagli organismi ecumenici e dalla Ccn in Burkina Faso. Dal 2016 il Paese africano sta vivendo una grave crisi che coinvolge tutte le comunità di fede. Si susseguono gli attacchi terroristici, che hanno causato oltre tremila morti e quasi due milioni di sfollati all’interno del Paese, con la chiusura di migliaia di scuole, centri sanitari, municipi e la distruzione di infrastrutture socio-economiche e di trasporto. Sacerdoti, pastori e catechisti sono stati uccisi; tanti sono ancora nelle mani di rapitori. Oltre il 22% del territorio nazionale è fuori dal controllo delle autorità e in questi contesti i cristiani non possono più praticare apertamente la loro fede.