“Un’icona-modello del segretario di Stato per antonomasia, capace di difendere le ragioni della dottrina e di adattarsi alle contingenze dei tempi”. Così padre Marek Andrzej Inglot, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, ha definito il card. Ercole Consalvi, durante la conferenza stampa – in sala stampa vaticana – di presentazione del convegno internazionale di studi in occasione del bicentenario della morte del porporato, in programma il 22 e 23 gennaio presso la sala conferenze dei Musei vaticani. Quattro le sessioni in cui è strutturato il simposio: da Consalvi al “Consalvismo”; il governo della Chiesa e dello Stato; la diplomazia, tra Europa e America; le politiche culturali. “La sua vita personale, il cosiddetto ‘Consalvismo’, la sua azione nel governo dello Stato pontificio, la sua politica multilaterale nell’Europa napoleonica e in rapporto a Vienna, Londra e San Pietroburgo, la tutela esercitata sul patrimonio culturale in concordanza con la sensibilità culturale di Pio VII”: questi e molti altri soggetti di studio e di analisi storiografica – ha annunciato Inglot – verranno presi in considerazione nel convegno, “nel tentativo di ricostituire una memoria complessiva e al contempo ricca nei dettagli di quel valido e infaticabile braccio destro di Pio VII che fu il cardinale Consalvi”. Consalvi muore a Roma il 24 gennaio 1824, dodici giorni dopo la sua nomina a prefetto della Propaganda. Le sue ultime parole furono “io sono tranquillo”. “Suonano come un testamento ideale di operosa serenità in tempi tanto burrascosi – come lo furono i suoi –, come il lascito, quasi un mandato, che il cardinale Consalvi trasmette alle generazioni future e il nostro convegno internazionale di studi desidera esserne un discreto quanto convinto accoglimento”, ha concluso il relatore.