La lussuria “devasta le relazioni tra le persone”. È il monito del Papa nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata a questo tema. “Per documentare una realtà del genere è sufficiente purtroppo la cronaca di tutti giorni”, ha denunciato Francesco: “Quante relazioni iniziate nel migliore dei modi si sono poi mutate in relazioni tossiche, di possesso dell’altro, prive di rispetto e del senso del limite? Sono amori in cui è mancata la castità: virtù che non va confusa con l’astinenza sessuale – la castità è oltre che l’astinenza sessuale – bensì con la volontà di non possedere mai l’altro”. “Amare è rispettare l’altro, ricercare la sua felicità, coltivare empatia per i suoi sentimenti, disporsi nella conoscenza di un corpo, di una psicologia e di un’anima che non sono i nostri, e che devono essere contemplati per la bellezza di cui sono portatori”, ha spiegato il Papa: “Amare è quello: l’amore è bello”. La lussuria, invece, “si fa beffe di tutto questo: depreda, rapina, consuma in tutta fretta, non vuole ascoltare l’altro ma solo il proprio bisogno e il proprio piacere; la lussuria giudica una noia ogni corteggiamento, non cerca quella sintesi tra ragione, pulsione e sentimento che ci aiuterebbe a condurre l’esistenza con saggezza. Il lussurioso cerca solo scorciatoie: non capisce che la strada dell’amore va percorsa con lentezza, e questa pazienza, lungi dall’essere sinonimo di noia, permette di rendere felici i nostri rapporti amorosi”.