“Il sistema legale russo continua ad essere strumentalizzato contro Navalny” e le autorità russe hanno “paura di lui, anche nel contesto della guerra di aggressione in corso da parte della Russia contro l’Ucraina e delle elezioni presidenziali russe di marzo”: è un passaggio di una dichiarazione di Josep Borrell, alto rappresentante Ue, che oggi si è pronunciato a difesa dell’oppositore russo Alexej Navalnvi, a tre anni dal suo ritorno in Russia dalla Germania, dopo l’avvelenamento. In questo tempo “è stato arbitrariamente arrestato, processato e condannato”, con pene che ammontano a oltre 30 anni di prigione, con sentenze che l’Ue ha ripetutamente respinto “con la massima fermezza” perché “motivate politicamente contro di lui per azioni che costituiscono legittime attività politiche e contro la corruzione”.
Da dicembre Navalny si trova in una delle colonie penali più isolate, nella regione di Yamalo-Nenets in Siberia e subisce maltrattamenti continui “con grandi rischi per la sua vita e gravi violazioni dei suoi diritti umani”, segnala Borrell. Nella dichiarazione si deplorano anche le accuse mosse contro i tre avvocati che difendono Navalny e che ora sono in custodia cautelare e rischiano fino a sei anni di reclusione. Borrell chiede il rilascio “immediato e incondizionato” di tutti i prigionieri politici preoccupato per le condizioni di salute di alcuni di loro, tra cui Alexei Navalny. Delle loro condizioni i leader politici russi saranno ritenuti responsabili.