Come non bastasse la violenza incontrollata, un altro fattore di destabilizzazione è piombato su Haiti e ha il nome dell’ex leader golpista Guy Philippe: il tentativo era avvenuto nel 2004 contro l’allora presidente Jean-Bertrand Aristide, i cui sostenitori hanno promosso negli ultimi giorni manifestazioni che hanno paralizzato alcune città di Haiti, chiedendo le dimissioni del primo ministro Ariel Henry.
I manifestanti hanno imposto la chiusura di scuole, agenzie governative e aziende private lunedì a Jerémie e Miragoane, nel sud del Paese, e Juana Mendez nel nord. Ieri centinaia di manifestanti si sono riversati nelle strade di Les Cayes, nel sud.
Philippe è tornato ad Haiti il mese scorso dopo aver trascorso 9 anni in una prigione statunitense, accusato di riciclaggio, e ha dichiarato in un messaggio ai sostenitori di non avere in programma un colpo di Stato, ma di voler contribuire al cambiamento di Haiti: “La mia rivoluzione è per il popolo e solo per il popolo. Chiedo alla polizia di fare il suo lavoro, di proteggere il popolo”.