È andato a una donna croata, Neva Tölle, il Premio Raoul Wallenberg che il Consiglio d’Europa assegna ogni due anni a individui, gruppi di persone o organizzazioni per il loro eccezionale lavoro umanitario. Tölle se lo è meritato perché, spiega una nota dell’istituzione europea, ha lavorato per una vita per proteggere le donne dalla violenza domestica: “oltre a fornire sostegno diretto alle vittime”, si legge, “ha lavorato instancabilmente, e con successo, per promuovere il riconoscimento del reato di femminicidio, misure penali più severe e modifiche alla legge sulla protezione sociale”. Ricevendo il Premio oggi, anniversario della morte di Wallenberg, dalle mani della segretaria generale del Consiglio Marija Pejčinović Burić, Neva Tölle ha affermato di voler condividere il suo premio “con le donne sopravvissute alla violenza: sono i miei eroi e sono loro che mi danno la forza di andare avanti ogni giorno. Questo premio è anche un impegno per il futuro”. Dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce), la notizia invece che sono aperte, fino al 30 aprile prossimo, le candidature per il Premio Václav Havel per i diritti umani 2024. Anche in questo caso, l’obiettivo è mettere in risalto “azioni eccezionali della società civile nella difesa dei diritti umani in Europa e nel resto del continente”. Nel 2023 il premio è stato assegnato a Osman Kavala, difensore dei diritti umani turco, condannato ingiustamente all’ergastolo.