Ecuador: la Pontificia Università Cattolica (Puce) fa cinque proposte per uscire dall’emergenza criminalità. Fondamentale “rafforzare istituzioni statali” e riprendere il controllo delle carceri

“L’Ecuador sta subendo una grave infiltrazione di strutture ed economie criminali a tutti i livelli del potere pubblico e privato”. È la denuncia della Pontificia Università Cattolica dell’Ecuador (Puce), attraverso una nota firmata dal prof. Fernando Ponce León, rettore dell’ateneo.
La Puce condanna “senza mezzi termini” la violenza che le bande criminali hanno cercato di imporre ai cittadini, sostenendo al contempo le decisioni prese dal Governo, “nel quadro dello Stato di diritto”, per ridurre la violenza e proteggere la popolazione. Nel contempo, il rettore ricorda che l’abbandono storico e sistematico da parte dello Stato delle province più colpite dalla violenza “è radicato in livelli endemici di corruzione e negligenza statale”. Cinque i punti indicati dalla Puce per uscire dall’attuale situazione: in primo luogo, “è fondamentale rafforzare le istituzioni statali, insieme ai controlli legali e all’intelligence finanziaria e di altro tipo”. La lotta alle strutture criminali “deve basarsi su indagini meticolose, processi giudiziari efficienti e una solida cooperazione interistituzionale nazionale e internazionale che rafforzi la sicurezza e lo Stato di diritto”. Il secondo punto è la professionalizzazione delle forze dell’ordine, per garantire la difesa e la protezione di tutti i cittadini, secondo “gli standard dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale”. In terzo luogo, è urgente riprendere il controllo delle carceri. Ciò implica una revisione completa del sistema carcerario, “dall’arresto di un individuo al suo reinserimento nella società dopo aver scontato la pena, e non dovrebbe limitarsi al controllo del perimetro del carcere”. Una politica che “deve essere allineata agli standard internazionali sui diritti umani”. Quindi, la lotta alla corruzione che investe funzionari che sono “attori chiave nella risoluzione di questo conflitto”. Infine, l’ateneo indica la necessità di superare la disinformazione, che fa passare numerose fake news e “una narrazione allarmistica e violenta”.

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