Il 16 gennaio ricorre il cinquantanovesimo anniversario della morte del vescovo mons. Beniamino Socche, che nei diciannove anni in cui fu alla guida della diocesi di Reggio Emilia – dal 12 maggio 1946 al 16 gennaio 1965 – ordinò 195 sacerdoti. “Amore per il Signore Gesù e per la Vergine Maria – prova ne fu la memorabile Peregrinatio Mariae; amore per la sua Chiesa manifestato anche attraverso le visite pastorali compiute con grandi disagi; carità grande – attraverso gesti concreti sconosciuti ai più – dimostrata dall’istituzione della mensa per il povero. Queste – in una nota diffusa dalla diocesi – alcune delle peculiarità di mons. Socche che partecipò alle varie sessioni del Concilio Vaticano II e che si spense prima della sua conclusione”. Il suo motto episcopale era “In virtute pax”. L’Azione cattolica “fu costantemente al centro del suo episcopato e del suo magistero”. ll vescovo Socche “fu soprattutto un pastore intrepido, schierato a difesa del suo clero e dei suoi fedeli: in tanti ancora ricordano il suo ‘Basta!’ pronunciato dopo l’uccisione di don Umberto Pessina, compiuta il 18 giugno 1946. Così come severissima fu la sua notificazione del 7 novembre 1956 in occasione della durissima repressione sovietica dell’insurrezione d’Ungheria”. La costruzione del nuovo seminario “fu da subito sua costante preoccupazione”: ora l’edificio è a lui dedicato e ospita anche aule della sede universitaria.