“Nella Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei auspichiamo una rinnovata passione per la Scrittura, certi che proprio le sue pagine possono rigenerare in noi ‘passioni felici’, aiutarci a sostenere l’umano che è comune, contagiare speranza”. È quanto si legge in una nota della diocesi di Catania, che giovedì prossimo, 18 gennaio, sarà impegnata ad approfondire il dialogo con gli ebrei, a partire dalle parole che Dio rivolge al profeta Ezechiele: “Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?” (Ez 37, 3). “Tutto il brano di Ezechiele (37, 1 – 14), condiviso tra cattolici ed ebrei, vuole avviare e sostenere, nei differenti contesti, processi di dialogo con le realtà ebraiche e di riscoperta delle radici ebraiche della e nella fede cristiana”, si legge nella nota: “Il brano di Ezechiele evoca l’immagine di Dio Creatore che prolunga nel tempo il momento delle origini, perché abitato dalla presenza efficace di Dio che interviene grazie al suo Spirito, e attesta una fede che va oltre l’esperienza dello scoraggiamento e della morte”. ”Immersa nel Cammino sinodale – osserva la diocesi – la comunità cristiana è invitata a ritrovare nella profezia di Ezechiele l’icona di Emmaus, in cui Gesù Risorto risveglia alla vita i suoi discepoli, rigenera in loro la speranza e li sollecita ad una continua conversione del cuore nel rapporto con Dio, con l’umanità, con la terra: solo così possiamo sperare in un mondo in pace, riconciliato, giusto, rispettoso del creato”.