È iniziata questa mattina nel salone Sistino della Città del Vaticano, l’assemblea semestrale della Cuc-Consulta universitaria del cinema che, assieme a docenti di cinema, fotografia, televisione e media audiovisivi, affronta temi quali il rapporto tra mondo accademico ed editoria audiovisiva, intelligenza artificiale nella ricerca, nella formazione e nella produzione cinematografica, insegnamento del linguaggio audiovisivo nella scuola come strumento di cittadinanza. “Siamo felicissimi di incominciare oggi questa nuova tappa della vita della biblioteca apostolica vaticana”, le parole di benvenuto di mons. Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, che ha spiegato il valore del luogo dove si svolgeva l’incontro, “Questo luogo straordinario, questo salone sistino, è un po’ una prefigurazione cinematografica. Siamo nel ‘500, non c’era il cinema ma gli affreschi che caratterizzano il salone più grande al mondo affrescato, al di là delle basiliche”. Uno spazio diviso in due: da una parte le raffigurazioni del messaggio cristiano che entra nella storia, rappresentato dai diversi concili celebrati a partire dal primo Concilio di Nicea del 325 voluto da Costantino dopo l’editto del 313; dall’altra parte il messaggio cristiano che si inserisce nella storia, nella cultura, attraverso la rappresentazione di tutte le biblioteche del mondo. “L’incontro di oggi è proprio l’inizio di una riflessione, che poi gli esperti delle università faranno sul cinema, perché il cinema è uno dei linguaggi con cui si parla, si trasmettono i valori, le visioni umane, quindi antropologiche, culturali”, ha aggiunto mons. Zani, “E la biblioteca vaticana non è una biblioteca teologica o religiosa, è una biblioteca che raccoglie tutto il sapere che si è sviluppato nei secoli e che continua a svilupparsi anche oggi, attraverso i nuovi linguaggi dei media, del cinema, dell’immagine, della fotografia e così via”. “La cultura in senso generale, in modo particolare dentro la cultura l’arte, è ciò che spinge la persona ad andare oltre se stessa. A tirar fuori dal proprio animo il meglio, perché in un certo senso è un po’ un trascendimento del presente, è un sogno, è un’immagine, è un guardare oltre, è un elaborare qualcosa che fa parte della prospettiva, dell’apertura della persona verso gli altri, verso i valori”. Sono state le parole dell’archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, che ha concluso, “L’arte è anche un grande ambito attraverso il quale si condivide la bellezza con gli altri, perché il bello è una delle dimensioni della vita umana. L’estetica è una delle dimensioni che fa crescere l’umano e fa crescere anche le potenzialità interiori che l’uomo ha, quando le mette a disposizione degli altri e quindi fa crescere anche la società”.