“Dopo quasi 100 giorni di violenze, uccisioni, bombardamenti e prigionia per i bambini a Gaza, la sofferenza è stata troppa. Ogni giorno che passa, i bambini e le famiglie nella Striscia di Gaza affrontano un rischio sempre maggiore di morte a causa degli attacchi aerei, di malattie dovute alla mancanza di acqua sicura e di privazioni per la mancanza di cibo. E per i due bambini israeliani ancora in ostaggio a Gaza, l’incubo iniziato il 7 ottobre continua. E la situazione continua a deteriorarsi rapidamente”. Lo dichiara la rappresentante speciale dell’Unicef per lo Stato di Palestina, Lucia Elmi, durante la conferenza stampa tenutasi oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. “La scorsa settimana l’Unicef ha parlato della ‘tripla minaccia’ che perseguita i bambini nella Striscia di Gaza: conflitto, malattie e malnutrizione. Stiamo facendo tutto il possibile, ma ci troviamo di fronte a una sfida enorme nell’affrontare questi problemi -. I bambini di Gaza non hanno più tempo, mentre la maggior parte degli aiuti umanitari salvavita di cui hanno disperatamente bisogno rimane bloccata tra corridoi di accesso insufficienti e livelli prolungati di ispezioni. L’aumento dei bisogni e una risposta limitata sono la formula per un disastro di proporzioni epiche. Migliaia di bambini sono già morti e altre migliaia ne moriranno rapidamente se non risolviamo immediatamente tre urgenti ostacoli”.
Il riferimento è a sicurezza, logistica e commercio. “Nessun luogo è sicuro nella Striscia di Gaza. Gli intensi bombardamenti e il conflitto in corso nelle aree urbane densamente popolate minacciano la vita dei civili e degli operatori umanitari. I bombardamenti impediscono anche la consegna di aiuti disperatamente necessari”.