“Preghiera e cura della spiritualità, primo impegno della Piccola Casa”. Questo il tema degli Orientamenti pastorali per il 2023-2024 del padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza (Cottolengo), don Carmine Arice. Il testo si snoda su tre capitoli con forti connessioni fra di loro: “La cura della spiritualità”; “Alla scuola di Gesù, maestro di preghiera”; “La preghiera nella spiritualità cottolenghina”.
Dopo un’introduzione sul tempo di cambiamento che la Piccola Casa sta vivendo, don Arice – viene spiegato in una nota – arriva al cuore del tema pastorale di quest’anno che definisce “provvidenziale”, “perché è richiamo alla questione del senso, a ciò che orienta il nostro agire e che anima la nostra vita”. “Tutti abbiamo assolutamente bisogno”, scrive il padre generale, “di un perché per vivere il come che la vita ci riserva; tutti abbiamo la gioiosa e grave responsabilità di aiutare coloro che la Provvidenza ci fa incontrare – e ancor più di più quanti vivono esperienze di solitudine e di abbandono e sono affidati alle nostre cure – a percepire che anche la loro vita è importante, dignitosa e può avere un senso”. Don Arice sottolinea poi che l’“intento degli Orientamenti pastorali di quest’anno, oltre a sottolineare l’importanza della cura della spiritualità, è anche quello di richiamare la centralità della preghiera nella vita della Piccola Casa. Lo facciamo in sintonia con tutta la Chiesa che si prepara alla celebrazione del grande Giubileo ordinario del 2025”. La seconda parte degli Orientamenti propone un breve “viaggio” nel Vangelo di Luca che sul tema della preghiera ha riservato particolare attenzione. Il padre generale offre alcune note di commento alla preghiera del Padre Nostro consegnata da Gesù nella versione di Luca (11,2-4), meno conosciuta di quella del Vangelo di Matteo, pregata nella celebrazione eucaristica. Infine alcuni suggerimenti preziosi, alla luce del Vangelo di Luca, a partire dalle 45 catechesi che Papa Benedetto XVI tenne sulla preghiera dal 4 maggio 2011 al 3 ottobre 2012, “straordinario compendio di sapienza sul tema”.
Nell’ultima parte degli Orientamenti, don Arice propone “alcune semplici considerazioni a partire da quanto ha insegnato il santo Cottolengo e da ciò che ha tramandato la tradizione cottolenghina”. “A proposito della spiritualità cottolenghina”, scrive il padre della Piccola Casa, “il nostro santo ha vissuto una profonda comunione con Dio, vivendo sempre alla sua presenza, contemplata in tutte le sue manifestazioni, nella preghiera continua ‘primo e più importante lavoro della Piccola Casa’, specialmente nella forma della ‘Laus perennis’, nella frequenza quotidiana all’Eucaristia e nella filiale devozione alla Vergine Maria nostra buona Madre”.
Nelle conclusioni, don Arice si augura che “in un tempo così complesso come il nostro, impariamo a stabilire alcune priorità nelle nostre scelte quotidiane e tra queste vi è certamente quella di prendersi cura della dimensione spirituale per poter guarire dalla dispersione e dalla mancanza di senso, soprattutto nei momenti difficili. Non si vive di solo pane; le ricchezze materiali non bastano e nemmeno il prestigio sociale. Il desiderio più intimo di ognuno di noi è quello di essere felici e la strada del senso è la via maestra per raggiungere questa meta”. “Ma questo – ammonisce – non sarà impossibile se non daremo alla nostra vita gli strumenti necessari per discernere il bene dal male, il vero dal falso, la verità dalla menzogna. Cura della spiritualità e preghiera, allora, siano davvero il primo impegno della Piccola Casa come lo è stato per san Giuseppe Cottolengo e per i beati Francesco Paleari, Luigi Bordino e Maria Carola Cecchin a cui affidiamo il nostro cammino”.