“Dall’escalation di violenza del 7 ottobre in Israele e nei Territori palestinesi occupati, l’assedio imposto da Israele ha lasciato il milione di minori di Gaza senza cibo sufficiente, compresi circa 335.000 bambini sotto i cinque anni ora a rischio di grave malnutrizione o fame. Negare ai minori di Gaza l’accesso al cibo e ai beni di prima necessità avrà conseguenze permanenti sui bambini palestinesi, sempre più esposti al rischio di malnutrizione”. Lo afferma Save the children. Gli operatori di Save the Children a Gaza dicono di non essere in grado di trovare generi alimentari essenziali nei mercati. Un membro del team di Rafah, nel sud di Gaza, ha riferito che il suo bambino di otto anni spesso va a letto affamato perché non può cucinare nulla senza gas. Un rapporto del Programma alimentare mondiale (Wfp) ha rilevato che i prezzi dei beni essenziali come il gas da cucina sono aumentati di circa il 435% negli ultimi tre mesi. Le distribuzioni di aiuti alimentari continuano a essere in gran parte limitate a Rafah, mentre altre aree sono raramente raggiunte dalle organizzazioni umanitarie. C’è una grave carenza di cibo, in particolare nel nord di Gaza, che è stata quasi completamente tagliata fuori dagli aiuti. Secondo il Wfp, due terzi dei negozi di Gaza hanno riferito che i beni essenziali, tra cui farina, uova e latticini, si sono esauriti nelle ultime settimane. Con le restrizioni all’ingresso di beni commerciali a Gaza e il sistema locale di distribuzione del cibo gravemente danneggiato, gli aiuti umanitari rimangono la principale ancora di salvezza per 2,3 milioni di abitanti. Ma l’intensificarsi della violenza, i ricorrenti blackout delle comunicazioni, le restrizioni sugli articoli ammessi e un complicato processo burocratico per inviare aiuti a Gaza hanno paralizzato la risposta umanitaria.
“Nelle ultime settimane, i rifugi, gli ospedali e persino i convogli umanitari sostenuti dalle Ong sono stati presi di mira”, riferisce Save the children. Negli ultimi mesi, secondo le organizzazioni umanitarie, “le autorità israeliane hanno negato l’ingresso a Gaza di merci che includono articoli utilizzati per cucinare e bere come generatori a energia solare e frigoriferi, nonché dispositivi per la depurazione dell’acqua. Tutti questi elementi sono essenziali per una risposta efficace per salvare vite umane a Gaza”.
“Le autorità israeliane stanno negando ai minori di Gaza l’accesso a cibo e servizi salvavita. La privazione di cibo, acqua e medicine sufficienti sta rendendo quasi impossibile la sopravvivenza dei bambini a Gaza. Le famiglie vengono isolate in aree incapaci di sostenere la vita umana. Sono costrette a evacuare nelle cosiddette aree “sicure” nel sud di Gaza solo per poi essere attaccate. Gli attacchi aerei israeliani hanno già ucciso migliaia di bambini, gli effetti della fame sui corpi di chi resta in vita ne uccideranno ancora di più. I bambini che sopravvivono probabilmente dovranno affrontare problemi di salute fisica e mentale per tutta la vita, privando una generazione di ogni possibilità di una vita e di un futuro sani”, ha affermato Elizabeth White, portavoce di Save the Children nei Territori palestinesi occupati.
Save the Children ha già avvertito che privare deliberatamente la popolazione civile di cibo, acqua e carburante e impedire volontariamente le forniture di soccorso “è disumano e può equivalere all’utilizzo della fame come metodo di guerra, che inevitabilmente ha un impatto mortale sui bambini e viola il diritto internazionale umanitario”.