La Corte Suprema del Messico (Suprema corte di giustizia della Nazione) ha depenalizzato l’aborto a livello federale, con una sentenza che estende la legalità dell’aborto a tutto il Paese, in continuità con le recenti sentenze che recepivano alcuni ricorsi a livello di singoli Stati.
All’unanimità, i tre ministri della Prima Camera della Corte hanno deliberato che “il sistema legale che criminalizza l’aborto nel Codice Penale Federale è incostituzionale, in quanto viola i diritti umani delle donne e delle persone con capacità di gestazione”. La sentenza arriva in risposta a un’ingiunzione presentata dall’organizzazione femminista Grupo de Información en Reproducción Elegida (Gire) contro gli articoli 330, 331 e 332 del Codice penale federale, che stabiliscono le pene per le donne che abortiscono, per gli operatori sanitari che eseguono la procedura e per coloro che fanno pressione sulle donne affinché abortiscano. La sentenza rigetta anche gli articoli 333 e 334, che stabiliscono i casi in cui il reato di aborto non è punibile. Va sottolineato che il dispositivo della Corte suprema non cancella gli articoli del codice penale che stabiliscono la punibilità dell’aborto (il provvedimento spetta, nel caso, al Parlamento), ma, di fatto, li rende inapplicabili, poiché qualunque ricorso contro gli articoli del codice si potrà considerare valido. È atteso per oggi un comunicato ufficiale della Conferenza episcopale messicana, che a più riprese aveva ribadito la necessità di tutelare in ogni circostanza, contemporaneamente, la vita nascente e quella della gestante.