“Vorrei qui ricordare i due Redentoristi di Berdiansk, p. Ivan Levitskyi e p. Bogdan Heleta, scomparsi dopo il loro arresto nel novembre 2022. La Santa Sede condivide la vostra preoccupazione per la loro sorte e non trascura occasione alcuna per chiedere loro notizie e per ottenerne, possibilmente, la liberazione”. È l’appello lanciato dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, all’incontro che si è tenuto ieri con i vescovi greco-cattolici ucraini, riuniti in Sinodo a Roma dal 3 al 13 settembre. Il segretario di Stato vaticano – si legge in un testo diffuso alla stampa dal Segretariato a Roma dell’arcivescovo maggiore – ha lodato l’impegno profuso dalle parrocchie e dalle comunità greco-cattoliche ucraine sparse in tutto il mondo per aiutare il popolo aggredito dai russi attraverso la raccolta e l’invio di aiuti umanitari. In particolare ha citato la comunità di Santa Sofia a Roma, da dove sono partiti oltre cento camion destinati soprattutto agli abitanti delle regioni di Kharkiv e Kherson e la “missione” di Caritas Ucraina, Caritas Spes, i cui “operatori non hanno risparmiato sé stessi, mettendo in pericolo perfino la propria vita”. “Vescovi e sacerdoti – ha proseguito Parolin – sono rimasti con il proprio gregge nelle zone occupate”. Ed è qui che il segretariato di Stato vaticano ha ricordato in modo particolare i due padri Redentoristi di Berdiansk, scomparsi da novembre. “Siete scesi nel concreto”, ha detto Parolin, rivolgendosi ai vescovi ucraini, “mettendovi alla ricerca di nuovi modi di vicinanza e di accompagnamento pastorale dei fedeli e dell’intera popolazione ucraina, a prescindere dalla sua professione religiosa, per curarne le ferite”. Il cardinale ha ricordato anche l’attenzione pastorale nei confronti dei soldati impegnati nella difesa della patria. “Davanti alla minaccia contro l’esistenza stessa del popolo ucraino – ha detto -, li avete sostenuti spiritualmente con le vostre preghiere e avete insegnato loro che, così come difendono la sovranità e la libertà del territorio nazionale, devono altresì custodire i propri cuori per non cedere all’odio, di cui possono diventare facile preda in presenza di tante atrocità. E questa, infatti, la più importante battaglia del cristiano e la vera vittoria non può essere che una sola, come avete indicato nel Messaggio pubblicato dal Sinodo l’anno scorso, intitolato: ‘Vinci con il bene il male’, assicurando: ‘Vinceremo definitivamente solo se continueremo ad amare’”.