Femminicidio a Roma: mons. Reina (vicegerente diocesi), “la barbara uccisione di Rossella sia assunta come una sconfitta, ma anche per un sobbalzo” a “difesa della vita”

“Non possiamo rimanere indifferenti di fronte al dilagare di tanta violenza che colpisce le donne! È una vera e propria ‘mattanza’ che fa inorridire e che rivela come la cultura della morte ormai, come una nube oscura, stia avvolgendo tutto e tutti”. Lo h dichiarato il vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma e ausiliare del settore Ovest, che ieri sera, martedì 5 settembre, si è recato a visitare la mamma di Rossella Nappini, uccisa a coltellate nell’androne del condominio di via Giuseppe Allievo, in zona Trionfale, a Roma, dove abitava con l’anziana madre. Il presule si è fermato per portare le condoglianze e la solidarietà della diocesi di Roma e per un momento di preghiera.
“Abbiamo bisogno di gridare: ‘basta!’, ‘la vita umana è sacra e non si tocca!’; ma abbiamo anche bisogno di riprendere con coraggio la sfida educativa, di impegnarci tutti nel diffondere la cultura della vita e del bene. La Chiesa, per mandato del suo Signore, ha il compito specifico di formare le coscienze; è una missione urgente dalla quale non possiamo sottrarci e che passa attraverso l’impegno di uomini e donne di buona volontà che credono nel Vangelo di Gesù Cristo e che si assumono la responsabilità di educare alla vita buona, di parlare con i figli e con i giovani per dire loro che il male si vince con il bene e che la violenza è sorella della morte; nella catechesi, negli oratori, nella predicazione e in tutte le altre occasioni che ci vengono concesse abbiamo bisogno di coniugare i contenuti della fede con le sfide e le tragedie di questo tempo”. Mons. Reina ha osservato: “La barbara uccisione di Rossella nel quartiere di Monte Mario sia assunta come una sconfitta perché non si può morire così! Ma sia anche l’occasione per un sobbalzo di dignità e di coraggio perché sia affermata e difesa la sacralità della vita. Alla famiglia di Rossella la nostra vicinanza e la nostra preghiera. A tutti i credenti l’appello accorato affinché da questa morte possiamo risorgere nella testimonianza dell’Amore che avvolge la vita”.

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