“Per molte persone con disabilità il trasporto privato in automobile resta la migliore o l’unica soluzione per viaggiare e spostarsi in modo indipendente, garantendo la propria autonomia”: lo riconosce la Commissione europea, nel presentare oggi a Bruxelles una normativa su una carta europea standardizzata della disabilità e un miglioramento dell’attuale contrassegno europeo di parcheggio. I passi avanti indicati per l’attuale contrassegno europeo di parcheggio consentiranno in particolare “alle persone con disabilità di accedere agli stessi diritti di parcheggio disponibili in un altro Stato membro”. Tale contrassegno avrà un formato comune vincolante che sostituirà i contrassegni di parcheggio nazionali per le persone con disabilità e sarà riconosciuto in tutta l’Unione europea.
Helena Dalli, commissaria per l’uguaglianza, commenta: “Oggi sblocchiamo la libera circolazione per i cittadini dell’Ue con disabilità grazie al riconoscimento reciproco del loro stato di disabilità in Europa. Ciò faciliterà l’inclusione e la piena partecipazione delle persone con disabilità nelle nostre società, garantendo che possano accedere facilmente al sostegno loro destinato in tutti gli Stati membri”.
Per facilitarne l’uso e ridurre gli oneri amministrativi, la proposta di direttiva imporrà agli Stati membri di fornire i tesserini sia in versione fisica che in versione digitale; rendere pubbliche in formati accessibili le condizioni e le regole per il rilascio o la revoca dei tesserini; garantire che i prestatori di servizi offrano informazioni in formati accessibili sulle condizioni speciali e sul trattamento preferenziale riservati alle persone con disabilità. “Per garantire il rispetto delle norme, gli Stati membri – spiega la Commissione – devono disporre che le persone con disabilità, le organizzazioni che le rappresentano e gli organismi pubblici competenti possano, se necessario, agire in giudizio nei modi previsti dalla legislazione nazionale”. La proposta della Commissione sarà ora discussa in sede di Parlamento europeo e di Consiglio. La proposta prevede che dopo l’adozione gli Stati membri avranno 18 mesi di tempo per recepire la direttiva nell’ordinamento nazionale.
L’iniziativa dell’Esecutivo si basa sui risultati del progetto pilota sulla carta europea della disabilità, condotto tra il 2016 e il 2018 in Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Italia, Malta, Romania e Slovenia.