“Sono 503 i bambini morti in Ucraina provenienti per la maggior parte dalla Regione di Donetsk; 1.117 i feriti, 1.161 i dispersi, 13 quelli che avrebbero subito abusi sessuali dall’inizio del conflitto”: questi sono i dati che i ricercatori dell’Universities Network for Children in Armed Conflict (Unetchac) hanno registrato nel corso delle indagini svolte sul campo. Tuttavia, i dati rischiano di essere sottostimati – si legge in una nota dell’organizzazione – viste “le difficoltà determinate dal persistente conflitto e l’inerzia da parte della Federazione Russa nel consegnare l’elenco dei bambini deportati in Ucraina”. La ricerca condotta dal Network sulla condizione dei bambini in Ucraina e in Kosovo sono discussi oggi alla Conferenza internazionale organizzata dal Network presso l’Università di Pristina. “La ricerca che stiamo portando avanti sulla condizione dei bambini in situazione di conflitto e post–conflitto ha un aspetto altamente innovativo in quanto viene condotta contemporaneamente da più università e in più Paesi, unendo così in un unico grande progetto più realtà accademiche e permettendo un proficuo incontro e confronto tra approcci scientifici diversi”, spiega Laura Guercio, Segretario Generale di Unetchac. “Tale ricerca – prosegue – non vuole produrre e sviluppare solo dei numeri, sia pure importanti, ma intende far capire le ragioni sociali, culturali, giuridiche che sottostanno ai numeri: anche questo vuole caratterizzare il nostro lavoro”.