“Nel contesto attuale, in cui i vecchi imperi si stanno risvegliando e l’aggressore russo conduce una guerra neocoloniale in Ucraina, è cruciale che il mondo ascolti la vera storia dell’Ucraina, così come quella della Russia e dell’Europa orientale, non la versione scritta dagli imperialisti colonizzatori, ma la storia raccontata e scritta con il sangue dei popoli privati della propria libertà che, oggi, lottano per il diritto all’esistenza, alla libertà, al loro Stato ucraino, integro e indipendente”. Lo ha detto Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, alla Divina Liturgia che nella basilica di Santa Sofia a Roma ha ufficialmente aperto ieri, domenica 3 settembre, il Sinodo dei vescovi 2023 della Chiesa greco-cattolica ucraina, il cui tema principale è “L’assistenza pastorale delle vittime della guerra”.
Al Sinodo – informa una nota del segretariato di Roma dell’arcivescovo maggiore – prendono parte 45 vescovi su 55 provenienti dall’Ucraina, dall’Europa centrale e occidentale, dal Nord e Sud America e dall’Australia. Sua Beatitudine Sviatoslav ha definito il Sinodo di quest’anno a Roma, il secondo durante una guerra su vasta scala, il “Sinodo della speranza” ed ha detto che è “segno di speranza” l’opportunità per i vescovi ucraini di incontrare personalmente Papa Francesco. “Sappiamo che il Santo Padre è un grande maestro dell’ascolto e dei gesti”, ha osservato l’arcivescovo maggiore. “Egli desidera ascoltare il Sinodo dei vescovi ucraini. Ci ha invitati espressamente ad un incontro un’ora prima per dare la possibilità non solo al Capo della nostra Chiesa, ma anche a ciascun vescovo della nostra Chiesa di parlare a nome del suo gregge. E, in quanto maestro dell’ascolto, Egli è pronto ad ascoltarci. E come maestro dei gesti, che a volte possono essere più eloquenti delle parole scritte o lette, credo che ci donerà un gesto di speranza”. Il Sinodo dei vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina di quest’anno si protrarrà fino al 13 settembre 2023.