Una raccolta di pensieri, alcuni sotto forma di preghiere, altri di filastrocche o poesie, scritte dagli “ultimi” di ogni angolo del mondo, in lingue diverse, o da chi da tutta una vita si prende cura di loro e giorno dopo giorno opera per offrirgli una nuova vita e una nuova chance di futuro. È proprio con l’obiettivo di far conoscere queste “voci inascoltate” che la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata nel 1968 da don Oreste Benzi, il 16 e il 17 settembre tornerà nelle città di tutta Italia con l’evento solidale “Un pasto al giorno”, giunto quest’anno alla sua 15ª edizione. Nel corso dell’evento i volontari distribuiranno in piazza “La voce degli ultimi”, un libro scritto grazie alla “voce di chi non ha voce”, per dar modo a chiunque lo legga di avvicinarsi ai valori che la Comunità pone da sempre al centro del suo impegno mediante progetti e realtà di accoglienza in Italia e in oltre 40 Paesi del mondo.
“Ciò che il nostro fondatore don Oreste Benzi ci ha lasciato – ha spiegato il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Matteo Fadda – è condividere direttamente la nostra vita con i più poveri, gli emarginati o le vittime di ingiustizia nel mondo, per rispondere al primo bisogno di ciascuno: quello di sentirsi amati, accettati, di avere una famiglia. Su questo si basa l’essenza della nostra Comunità Papa Giovanni XXIII, che di fronte alle ingiustizie sociali, alla povertà, all’emarginazione, opera da oltre 50 anni per costruire quel senso di appartenenza capace di trovare risposta e speranza”. “Nei Paesi in cui siamo presenti con i nostri missionari, le nostre famiglie e i nostri progetti, vediamo ogni giorno che accogliere l’altro, ascoltarlo, farlo entrare nella nostra vita, e noi calarci nella sua, trasforma la relazione e ci porta a fare nostra la sua voce. È quello che proponiamo di fare leggendo questo libretto, operando al contempo, tutti insieme, per un cambiamento vero e concreto. Negli ultimi anni, tra guerra, crisi climatica e pandemia, abbiamo assistito a un cambio radicale del mondo che avevamo imparato a conoscere e abbiamo visto ribaltare il nostro modo di vivere le relazioni, i luoghi, le priorità; e per coloro che prima facevano fatica, ora è arrivata la povertà assoluta, la miseria nera”, ha aggiunto.
E così, accanto all’opera di sensibilizzazione e di racconto di storie e speranze, in questa edizione di “Un pasto al giorno” si aggiunge anche l’obiettivo di raccogliere quel sostegno con cui assolvere l’impegno di garantire ogni anno 7 milioni e mezzo di pasti a chi viene accolto nelle Case, mense e realtà di aiuto della Comunità, le stesse in cui vivono gli ‘autori’ del libro, accomunati dalla medesima drammatica sorte di povertà e solitudine. Non a caso, “il claim dell’iniziativa – spiegano i responsabili del progetto – è proprio ‘Costruiamo una tavola dove ci sia posto per tutti’”.