“Insieme con il grazie vi invito questa sera ad esprimere tutti un impegno: l’impegno a non disperdere l’insegnamento e l’esempio che i Frati cappuccini ci hanno dato nel tempo della loro presenza tra noi: il carisma di Francesco ora è affidato a noi, alla Chiesa diocesana, a tutti i fedeli. Questo evento, la chiusura del Convento, è un segno che il Signore ci chiede di leggere nella fede, per trovare in esso una chiamata ad un impegno più forte e generoso nella vita cristiana”. Lo ha affermato ieri sera il vescovo di Adria-Rovigo, mons. Pierantonio Pavanello, durante la celebrazione dei Vespri con la quale diocesi e comunità civile di Rovigo hanno ufficialmente salutato i Frati cappuccini che lasciano Rovigo.
Nella sua riflessione il vescovo ha parlato di “una Chiesa che, terminata l’epoca di cristianità, è chiamata dai dati oggettivi a diventare più piccola e a ridimensionare la sua presenza nella società: si tratta di scelte delicate e dolorose, ma che sono necessarie per affrontare le sfide nuove della missione e della testimonianza evangelica. Questa sera vogliamo però lasciare da parte questi discorsi perché il dispiacere e l’amarezza per la conclusione della presenza nella nostra città dei Frati cappuccini, non devono impedirci di dare il giusto e doveroso spazio al ringraziamento”. Il vescovo ha anche comunicato che “la diocesi ha messo a disposizione dei gruppi francescani l’auditorium e la chiesa della Piccola Casa San Leopoldo nel Quartiere Tassina. Auspico che questo luogo legato alla spiritualità francescana di Laudomia Venuti e delle sue compagne, possa diventare la nuova ‘casa’ dei francescani di Rovigo”. “Oggi – ha poi proseguito – siamo alla fine di un’epoca. Sappiamo però che nella prospettiva di fede, come ci insegna la storia della salvezza, ogni fine è anche un nuovo inizio”. Per mons. Pavanello, “è stato motivo di consolazione vedere l’entusiasmo e la generosità con cui i volontari hanno vissuto il trasferimento della mensa dei poveri negli ambienti del Seminario portando con sé gli insegnamenti ricevuti dai Frati. Così pure mi piace segnalare l’impegno dei preti della Città per organizzare un servizio di confessioni presso il santuario dell’Addolorata, che inizierà a metà di questo mese”. “Certamente la comunità cristiana e la città si ritrovano più povere, ma proprio san Francesco ci insegna che la povertà è la condizione per vivere e testimoniare il Vangelo. Andiamo oltre l’amarezza e la tristezza di questo commiato – ha concluso il vescovo – per trovare anche in questa partenza motivi di speranza e di rinnovamento ecclesiale e civile. San Francesco interceda per noi e ci aiuti a camminare insieme sulle vie del Vangelo con letizia e semplicità di cuore”.