Diocesi: Sassari, messaggio del vescovo Saba alle comunità della Chiesa Turritana in occasione degli avvicendamenti pastorali

In occasione degli avvicendamenti pastorali nella diocesi, l’arcivescovo di Sassari, mons. Gian Franco Saba, ha inviato un messaggio ai fedeli della diocesi in cui ricorda che “la volontà di avanzare comprende sempre anche una disponibilità alla conversione, ossia l’opportunità di valutare il pensiero e i sentimenti, che talvolta trattengono immobili, impedendo di volgere lo sguardo a Cristo. Il dialogo intimo con il Risorto farà sperimentare la forza dello Spirito che muove e orienta verso la giusta direzione”. Così “se guardiamo con spirito di fede il mistero della Chiesa e della sua esperienza nel tempo e nelle realtà particolari, comprenderemo sempre meglio che non può essere rimandata l’assunzione sincera, generosa e operosa della conversione pastorale delle singole comunità parrocchiali”. “È un cammino” che, secondo il presule, “richiede preghiera, studio, discernimento, partecipazione attiva ai processi pastorali attuati e ad altri che potranno essere generati”. Da qui “l’invito ad attivare cantieri sinodali in ogni parrocchia, promuovere il dialogo e la collaborazione in sinergia con il Centro pastorale, l’Accademia Casa di Popoli, Culture e Religioni, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, preziose risorse e strumenti della Diocesi. In modo particolare il Presbiterio è chiamato ad assumere, come impegno di vita quotidiana, la via della conversione ‘dalla mondanità spirituale’ per ricercare la gloria di Dio, rinunciando alla tentazione di dominare lo spazio della Chiesa”. Questa conversione, spiega nella lettera, “favorisce la grazia di ‘sì’ totali e generosi, la rinuncia all’egoismo personale, di parte e del ‘gruppismo” clericale, che rallentano e ostacolano l’evangelizzazione e la comunione nel Presbiterio e nella Comunità ecclesiale. Invito ciascun presbitero ad approfondire e riscoprire il valore della disciplina personale, ascesi che libera dall’autoreferenzialità e dallo spirito di parte”. Da qui l’esortazione “ad accogliere un tempo di grazia per il discernimento, in ascolto delle domande spirituali, sociali e culturali che vedono anche il nostro territorio coinvolto in un radicale mutamento degli stili di vita sociale. Ho voluto considerare con attenzione l’esigenza di introdurre con gradualità i giovani presbiteri all’esercizio del ministero, prestando una particolare cura affinché possano maturare una vera sensibilità sinodale nell’assunzione delle prime responsabilità. Ai presbiteri più avanti negli anni sono richiesti il sostegno della testimonianza evangelica, un autentico spirito di fraternità sacerdotale, la generosità e libertà interiore per custodire il buono del passato e aprirsi al cambiamento”. Ai preti più giovani anche la raccomandazione a non accondiscendere a forme del passato con nostalgia, cadendo nell’illusione che certi metodi validi in altre epoche siano ancora opportuni per l’attuale momento storico. È necessaria una sorta di ascesi apostolica che ponga in equilibrio il passato con il presente sotto l’azione dello Spirito Santo”. “Invito – conclude il presule – tutto il popolo di Dio a sostenere con la preghiera il cammino intrapreso, ad accompagnare con spirito evangelico le gioie e le fatiche dei presbiteri nell’esercizio del loro ministero, ad accompagnare con la preghiera quanti attraversano situazioni di fragilità fisica, psicologica e spirituale. Incoraggio e confido nella partecipazione attiva di tutti i battezzati; tutti, senza timori e paure umane. La parrocchia è una realtà storica chiamata a rigenerarsi in un’ottica evangelica”.

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