Diocesi: mons. Tremolada (Brescia), “la sinodalità per definizione domanda la corresponsabilità, la esige”

“La sinodalità per definizione domanda la corresponsabilità. Potremmo dire che la esige”. Ne è convinto il vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, che durante l’ultima giornata del Convegno del clero, che si è tenuto al Teatro Santa Giulia del Villaggio Prealpino, ha presentato ai sacerdoti e ai diaconi la lettera pastorale 2023-2024 “Uomini e donne in cammino. Sulla sinodalità”.
La Chiesa universale celebrerà in ottobre il Sinodo dei vescovi proprio sulla sinodalità. “Intravedo – ha spiegato il presule – tuttavia un rischio: che ai più non risulti così chiaro di cosa stiamo parlando, che quanto stiamo dicendo risulti distante dal vissuto quotidiano di tanti. Ho voluto personalmente fare il punto. Mi sono chiesto: cos’è per te la sinodalità? Che cosa hai capito sinora? Che cosa ti preme dire alla diocesi su questo punto? Non so voi che idea vi siete fatta al riguardo. Quando sentite la parola sinodalità a che cosa pensate? In questa lettera ho voluto dire ciò che io penso e ciò che ritengo importante per il nostro cammino di Chiesa”. Mons. Tremolada ha sottolineato le caratteristiche che deve avere la Chiesa. Innanzitutto, una Chiesa per la missione: “La Chiesa – ha rilevato – sa bene che esiste non per se stessa ma per l’annuncio e che quindi non deve mirare semplicemente alla sua sussistenza e tantomeno al suo benessere. La Chiesa non è un mondo chiuso, un ambiente riservato, una realtà esclusiva. Le due parole chiavi della Chiesa sinodale sono apertura e movimento. La Chiesa è sempre ‘in uscita’. Esiste per il mondo, per far conoscere all’intera umanità il Vangelo della salvezza, la grazia della redenzione, l’amore del Padre in Cristo Gesù”. E poi dev’essere una Chiesa che vive la corresponsabilità: “La Chiesa del futuro – ha osservato – sarà una Chiesa della corresponsabilità, dove ciascuno potrà e dovrà dare il suo contributo per il bene della propria comunità. Che la parrocchia coincida con il parroco e che dove non c’è il parroco non c’è la Chiesa è un’idea che ha fatto il suo tempo e che non era così corretta. La Chiesa siamo tutti noi che crediamo, che abbiamo ricevuto il Battesimo, che celebriamo insieme l’Eucaristia, che camminiamo come fratelli e sorelle e proviamo a trovare insieme le rispose alle domande che la vita pone”. Per il vescovo, “sarà importante affrontare queste sfide con coraggio e con intelligenza, attraverso anche una riflessione e un confronto costanti. Sarà necessaria anche una metodologia di lavoro. C’è bisogno di dialogo sui grandi temi della vita, di risposte alle grandi domande, di passione per ciò che fa grande l’umanità. Non possiamo rassegnarci ad una superficialità che ci mortifica”. “Siamo una Chiesa che sta vivendo un processo di profonda trasformazione, che deve guardare avanti e deve saper parlare ai giovani ma deve anche accompagnare gli anziani. Non possiamo dimenticarlo”, ha ammonito mons. Tremolada: “Anche questa è missione incarnata nell’oggi: tenere conto dei tempi e delle età della vita. Non siamo ancora al mondo di domani: siamo nel passaggio tra un presente e il futuro. Abbiamo il dovere di far sentire anche a chi è avanti negli anni la bellezza del Vangelo”.

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