Il Sinodo della Chiesa universale sulla sinodalità “non è un Concilio Vaticano terzo”. Ne è convinto mons. Agostino Marchetto, storico del Concilio e segretario emerito del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti, tra i 21 nuovi cardinali che saranno creati dal Papa nel prossimo Concistoro. “Alcuni cominciano a dire che il Sinodo sarà un terzo Concilio Vaticano”, ha fatto notare l’esperto durante l’incontro con alcune delle nuove porpore organizzato in sala stampa vaticana: “Ma il Papa stesso ha detto chiaramente che non lo è”. Marchetto ha parole di elogio per il percorso compiuto fin qui dal Sinodo, che nei documenti che saranno al vaglio di questa fase finale “ha accettato anche temi di per sé difficili da accettare”. “Tutto bene – ha commentato – ma c’è un punto di riferimento fondamentale del Sinodo, deve essere il Concilio ecumenico Vaticano II, anzitutto perché è ecumenico”. “Il punto di riferimento deve essere il Concilio, perché – come si legge ad esempio nella Gaudium et Spes – ha saputo mettere insieme l’identità, la tradizione con il suo sviluppo legittimo con l’incarnazione nel mondo di oggi, tenendo conto che ci sono cose che non possiamo accettare”. “Questo non vuol dire che ci chiudiamo”, ha precisato Marchetto: “Accettiamo tutti, ma nessuno può dire ‘questo è il cattolicesimo’ o ‘io sono il cattolicesimo”. “Io ho una fiducia”, ha rivelato il prossimo cardinale: “Ho visto sempre nei precedenti Sinodi discussione, ma alla fine i testi erano buoni, fondamentalmente identici nella sostanza. E ho fiducia specialmente nel Papa”.