(Milano) “Bisogna capire chi scappa dalla propria terra”. Asmae Dachan, giornalista di origine siriana, è intervenuta al convegno sulle migrazioni promosso dalla Fondazione Oasis e in corso in Università Cattolica. “Finché ci sarà gente disperata – ha osservato – i muri non serviranno a niente. Chi è disperato continuerà a fuggire” in cerca di una vita migliore. Dachan ha raccontato la situazione sull’isola di Lesbo e quella del tratto di mare tra Grecia e Turchia, “dove le barche vengono respinte senza alcun criterio quando sono ancora tra le acque”. Il “famigerato” campo (“l’inferno”) di Moria è stato descritto dalla giornalista che lo ha visitato dopo l’incendio che lo ha devastato. Si è poi soffermata sulla vicenda di padre Martin, sacerdote cattolico olandese, che ha deciso di stabilirsi in quelle isole per portare conforto e testimonianza solidale verso i migranti. Dachan si è soffermata sulle particolari condizioni delle donne in migrazione (“non hanno diritti nei loro Paesi, sono più a rischio quando scappano…”), per poi soffermarsi a parlare della scuola come “necessario laboratorio di integrazione e di cittadinanza”.