“Sono tristi e sterili le polarizzazioni nella Chiesa”. Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che nell’introduzione al Consiglio permanente dei vescovi italiani ha fatto un paragone tra l’epoca del concilio e quella attuale, citando il teologo Karl Rahner, che nel 1972, nel post Concilio, aveva parlato, riguardo alla Chiesa tedesca di allora, della polarizzazione come grande pericolo. “Allora era una polarizzazione infuocata di dibattiti e polemiche”, la lettura di Zuppi: “Oggi, oltre le polemiche, si rischia la polarizzazione dell’indifferenza, spesso accentuata dalla disillusione, per cui le altre realtà o personalità ecclesiali sono ignorate o deprecate”. Zuppi ha stigmatizzato, in particolare, le “troppe resistenze” verso Papa Francesco e il suo messaggio, “spesso espresse in uno spirito di contrapposizione, favorito dai social, che affievolisce la comunione e intristisce la vita ecclesiale”. A questo proposito, il cardinale ha citato don Primo Mazzolari: “Come sono corti certi apprezzamenti sulla missione storica del papa! Come lo rendono male!”. “Poco si è capito l’impegno originale del Papa per la pace, la sua compassione per le sofferenze delle vittime della guerra”, ha denunciato il presidente della Cei, secondo il quale “l’affetto per il Papa tocca in profondità la comunione nella Chiesa e la sua unità: specie per noi vescovi italiani, per cui egli è Primate d’Italia”.