Papa Francesco a Marsiglia ha rivolto lo sguardo al Mediterraneo e ha richiamato “la tragedia di chi non c’è l’ha fatta, di chi è morto in mare”. E ha ricordato alla nostra coscienza che “sono vite spezzate e sogni infranti”. “Il mare ricorda in questo porto di Marsiglia che la morte chiede solo ‘silenzio’. In fondo al mare ci sono le speranze di tanti migranti”. Lo osserva mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, presente a Marsiglia agli “Incontri del Mediterraneo”. L’intervento di Papa Francesco è stato pronunciato davanti al Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare nel corso di un momento di raccoglimento con i leader religiosi e i 65 vescovi presenti a Marsiglia e provenienti dalle sponde del Mediterraneo. Lo splendido mare è diventato ‘un cimitero ‘ ha detto ancora Papa Francesco ricordando “che siamo di fronte a un bivio: o scegliamo la cultura della fraternità o la cultura dell’indifferenza. Soccorrere chi è in mare è un dovere di civiltà”. “Abramo – spiega mons. Perego riprendendo le parole di Papa Francesco – con la sua ospitalità è a “fondamento di tutte le religioni del Mediterraneo. Il suo esempio deve diventare per le religioni motivo di collaborazione di fronte ai drammi del Mediterraneo. Oggi occorre scegliere la via dell’incontro, a partire dalle religioni. Marsiglia è stata esempio di dialogo interreligioso e deve continuare ad essere un esempio per l’Europa. Non facciamo naufragare la speranza”. Il presidente di Migrantes sottolinea che una parola di solidarietà il Papa “l’ha avuta per coloro che soccorrono in mare e trovano alcuni ostacoli segno di ingenerosità e di fratellanza”. Un discorso, quello di Papa Francesco, ha concluso mons. Perego, “appassionato e al tempo stesso addolorato, fermo nel riaffermare la centralità della tutela dei migranti in fuga e che chiedono accoglienza”. Un discorso “che accompagnerà l’azione pastorale e sociale della Chiesa a favore dei migranti”.