“La Regola di Benedetto non contiene una trattazione sul tema della pace, ma piuttosto può essere adottata come ottima guida per un impegno consapevole e pratico a favore della pace”. Ne è convinto il Papa, che – nel messaggio inviato ai partecipanti al Simposio ecumenico nell’abbazia di Pannonhalma (Ungheria) – fa notare come San Benedetto “scrisse pensando ai monaci, ma il suo messaggio va ben oltre le mura dei monasteri”: “mostra come la convivenza umana, con la grazia di Dio, possa superare i pericoli dovuti a dispute e discordie”. “La ricerca della pace nella giustizia non sopporta alcun ritardo, va perseguita senza esitazioni”, l’appello di Francesco: “Non si tratta di costruire blocchi di alleanze, ma di creare opportunità perché tutti possano dialogare”. “Rimaniamo noi stessi sulla via della pace; diventiamo noi stessi messaggeri e servitori della pace nel luogo in cui viviamo e lavoriamo!”, la consegna per i monaci: “Ma soprattutto preghiamo per la pace!”. “In questo momento, la guerra in Ucraina ci ha drammaticamente chiamato ad aprire gli occhi e il cuore verso tante popolazioni che soffrono a causa della guerra”, l’analisi del Papa, che ha preso in prestito le parole della Gaudium et spes: “Ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione”. “Per intercessione di San Benedetto chiediamo a Dio Uno e Trino che il mondo sia liberato dal flagello della guerra e possa crescere un’intesa tra i popoli che assicuri per tutti i continenti la giustizia e il pane, la libertà e la pace”, l’auspicio del Santo Padre.