(da Marsiglia) “Da secoli i Marsigliesi – specialmente coloro che navigano sulle onde del Mediterraneo – vi salgono a pregare. Oggi ancora, per tutti, la Bonne Mère è protagonista di un tenerissimo incrocio di sguardi: da una parte quello di Gesù, che lei sempre ci indica e il cui amore riflette nei suoi occhi; dall’altra quelli di tanti uomini e donne di ogni età e condizione, che ella raccoglie e porta a Dio, come abbiamo ricordato all’inizio di questa preghiera, deponendo ai suoi piedi un cero acceso”. Con questa immagine evocativa il Papa ha salutato il clero diocesano di Marsiglia, durante la preghiera mariana a Notre-Dame-de-la Garde, primo momento pubblico del suo 44° viaggio apostolico internazionale, per la chiusura dei Rencontres Méditerranéennes. “È stato il santo popolo fedele di Dio che ha unto così questo santuario, questo posto di preghiera”, ha aggiunto a braccio: “Santo popolo di Dio, che come dice il Concilio, è ‘infallibile in credendo’”. “Grazie per la vostra presenza e per il vostro servizio, e grazie per le vostre preghiere!”, il saluto di Francesco: “Giunto a Marsiglia, mi sono accodato ai grandi: a Santa Teresa di Gesù Bambino, a San Charles de Foucauld, a San Giovanni Paolo II e a tanti altri, che sono venuti pellegrini qui, per affidarsi a Notre Dame de la Garde. Poniamo sotto il suo manto i frutti degli Incontri del Mediterraneo, insieme alle attese e alle speranze dei vostri cuori”. “Strumenti di misericordia” e “strumenti di intercessione”: sono questi, per il Papa, il frutto di questo incrocio di sguardi. Il primo è quello di Gesù che accarezza l’uomo: “È uno sguardo che va dall’alto in basso, ma non per giudicare, bensì per rialzare chi è a terra. È uno sguardo pieno di tenerezza, che traspare negli occhi di Maria. E noi, chiamati a trasmettere questo sguardo, siamo tenuti ad abbassarci, a provare compassione”. “Non dimentichiamo che lo stile di Dio è quello della vicinanza, della compassione e della tenerezza”, l’aggiunta a braccio; “Impariamo da questo sguardo, non lasciamo passare un giorno senza fare memoria di di quando lo abbiamo ricevuto su di noi, e facciamolo nostro, per essere uomini e donne di compassione”.