Polonia: dai vescovi un “Vademecum dell’elettore cattolico”. Il 15 ottobre alle urne anche per quattro referendum su muri e migranti

“Vademecum dell’elettore cattolico” è il titolo del documento pubblicato con data 21 settembre dal Consiglio per le questioni sociali della Conferenza episcopale polacca. In vista delle elezioni politiche del 15 ottobre prossimo, i vescovi ribadiscono che “la partecipazione al voto è un dovere di coscienza di ogni cattolico”. Avvertono tuttavia che nelle questioni di “valori non negoziabili che riguardano l’essenza dell’ordine morale” il cattolico non può “scendere a compromessi”. Elencando i valori fondamentali come diritto alla vita, difesa della famiglia monogama di due persone di sesso diverso, primato dei genitori nell’educazione dei figli, libertà di coscienza e religiosa, pace, nonché l’etica dei processi economici e cioè la contrarietà all’economia “che uccide”, il documento sottolinea la necessaria “ispirazione religiosa” delle scelte elettorali. “Una corretta formazione della coscienza cristiana non ammette che chiunque, con il proprio voto, contribuisca alla realizzazione di un programma politico o di una legge che mini le fondamenta delle fede e della morale”, ammoniscono i vescovi per i quali, sebbene bisogna accettare il risultato delle elezioni “anche se diverso dalle proprie opinioni politiche”, qualora i governanti “approvassero delle leggi ingiuste o decidessero di operare in contrasto con l’ordine morale, tali decisioni non sono vincolanti per la coscienza”.
Oltre agli esponenti del partito conservatore Legge e giustizia (Pis) guidato da Jaroslaw Kaczynski, valutato poco sopra il 30% delle preferenze, i polacchi potranno scegliere tra i candidati del blocco di opposizione liberal-democratico (KO – Coalizione civica), il partito di estrema destra (Konfederacja – Confederazione) e quello della sinistra (Lewica). Secondo i sondaggi, gli altri partiti, sebbene presenti nell’attuale parlamento composto da 460 deputati, non entreranno in quello prossimo, non superando la soglia di sbarramento del 5% per ogni formazione politica, e dell’8% per una coalizione di partiti. Contemporaneamente, gli elettori dovranno scegliere i 100 senatori e rispondere a quattro quesiti referendari. Uno riguarda la non accettazione di ricollocamenti di migranti, mentre un altro il mantenimento del muro costruito lungo il confine con la Bielorussia per impedire ai migranti (specie asiatici e mediorientali) di arrivare sul territorio polacco. I costi della campagna elettorale di ogni partito politico devono essere scrupolosamente rendicontati, mentre i contributi per le campagne referendarie sono svincolati da qualunque limitazione o tetto di spesa.

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