“Di recente ci è giunta notizia tramite la stampa della creazione da parte della Giunta regionale di una legge istitutiva del Fondo per il sostegno all’acquisto di sostituti del latte materno, destinati alle donne affette da condizioni patologiche che impediscono la pratica naturale dell’allattamento e, pochi giorni dopo, della proposta di legge presentata dalla Lega in Regione allo scopo di incentivare le nascite e combattere l’inverno demografico. Alla luce di questi fatti non possiamo non domandarci cosa ne è stato della delibera sul sostegno alle donne gravide in difficoltà, approvata dal medesimo organo regionale il 17 aprile scorso e poi sospesa dopo qualche giorno a seguito della presa di posizione di alcuni gruppi all’interno di forze politiche della sinistra”. Lo scrive il Forum delle associazioni familiari di Puglia in una lettera aperta al presidente Emiliano ed alla Giunta regionale pugliese nella quale si chiede conto della delibera approvata in accordo con ambiti territoriali, consultori familiari pubblici e Asl successivamente sospesa lo scorso aprile.
“Possibile che la questione dell’accompagnamento di famiglie e donne che affrontano una gravidanza in situazioni di grave disagio economico, sociale e psicologico sia ancora un tabù nella sinistra? Possibile che questioni complesse debbano ancora essere trattate con ragionamenti binari: pro o contro, bianco e nero, quando spesso ci sono ampie zone grigie? Possibile che la Giunta regionale e il presidente Emiliano abbiano avuto timore di andare avanti su questo provvedimento di civiltà?”, domanda il Forum famiglie, sottolineando che “in politica gli spazi lasciati vuoti vengono coperti da altri. La questione non è di destra o di sinistra, ma di civiltà”. “Sono passati cinque mesi dalla sospensione di una delibera già approvata dalla Giunta, che appare più che mai attuale, necessaria e urgente, anche in considerazione dei provvedimenti del Governo nazionale per le famiglie numerose e delle azioni portate avanti a favore delle madri fragili già introdotte nel Lazio, in Piemonte e in Umbria”, ammonisce il Forum, ricordando che “gli articoli 2 e 5 della legge 194/78 indicano con chiarezza che i servizi competenti, in collaborazione con le associazioni di settore, accompagnino la donna gravida in difficoltà e per questo rivoltasi al consultorio alla ricerca di aiuto, anche chiedendo di abortire”. “Come realtà associative ci domandiamo: una volta salvaguardata la possibilità di abortire, chi offre sostegno e tutela a tante donne in difficoltà che, spesso sole, desiderano portare a termine la loro gravidanza? Chi ascolta la paura di tante giovani donne assunte dopo aver firmato in bianco le proprie dimissioni, da agire in caso di gravidanza?”, i quesiti sollevati dal Forum, secondo cui “migliorare la delibera si può, ma è importante farlo in tempi brevi e certi e senza timori, non ricadendo in vecchie parole d’ordine, perché quello de ‘La realtà è superiore all’idea’ ed è un principio alla base delle questioni dei beni comuni e dalla pace sociale”.