(da Marsiglia). “Non avevo tante aspettative, volevo semplicemente farmi contaminare dalla situazione”. Ce lo confessa Giorgia Basile, 33 anni, di Roma. Animatrice del Progetto Policoro al lido di Ostia, continua ad occuparsi del Progetto promosso dalla Cei anche nel suo lavoro alla Inecoop. Giorgia usa questa parola – “contaminazione” – per sintetizzare lo spirito con cui sta vivendo le giornate di Marsiglia, in una delle 10 équipe in cui da quattro giorni sono divisi i 70 giovani delle sponde del Mediterraneo che lavorano insieme ai 70 vescovi presenti ai Rencontres Méditerranéennes. “Nel mio gruppo – ci racconta – parliamo quattro lingue diverse, ma c’è un accordo, una sintonia, un linguaggio comune che ci aiuta a diventare un popolo comune. Un popolo mediterraneo che può contaminare il proprio territorio”. E così, con sua grande sorpresa, proprio in questa “contaminazione” intesa nei termini di un contagio positivo Giorgia ha scoperto una somiglianza tra la “mission” del Progetto Policoro e la volontà di fare rete attraverso un’esperienza di apprendistato attivo messa in campo, qui a Marsiglia, nel Fort Saint Nicolas, visitato in questi giorni nel “tour” che stanno facendo in vari luoghi emblematici della città. Si tratta di un forte che è stato chiuso nel 2010 e che ora è oggetto di un lavoro di recupero portato avanti proprio dai giovani: ragazzi e ragazzi di tutto il mondo che si sono dati appuntamento qui per restaurare l’intero complesso – data prevista di fine lavori tra il 2028 e il 2030 – e imparare così un mestiere in cambio di un piccolo salario per far fronte alle proprie esigenze. “Anche con il progetto Policoro portiamo avanti esperienze analoghe, per impedire che le attività di volontariato vengano interpretate soltanto come interventi di supplenza”. Il primo anno, infatti, del Progetto Policoro è un anno di formazione, con relative borse di studio, mentre nel secondo e nel terzo anno c’è un vero e proprio contratto di lavoro: “si diventa animatori di comunità per creare progettazione sul territorio”. Intanto a Marsiglia i giovani continuano ad interrogarsi su temi di stretta attualità, come le tematiche ambientali legate all’acqua. “La causa ecologica è la base per poter offrire un futuro migliore per tutti”, commenta Giorgia: “In questi giorni sono stata colpita da una frase: ‘l’altro è l’altro, ma io sono io’. Il che non significa che il dialogo non si debba fare, ma che non deve mai essere un mezzo per convincere l’altro. Il dialogo è un modo per risolvere i conflitti e le difficoltà. Ogni attore sociale, per trovare una mediazione utile, deve partire da qui”.