Formazione, ruoli e compiti da esercitarsi, anche da parte delle donne, al servizio delle comunità ecclesiali che verranno istituiti Lettori, Accoliti e Catechisti. Sono alcuni degli aspetti che le Linee guida circa l’istituzione del ministero del Lettore, dell’Accolito e del Catechista diffuse dalla Conferenza episcopale siciliana puntualizzano, dopo alcune premesse di carattere ecclesiologico circa i ministeri nella Chiesa locale sulla base dei documenti magisteriali.
Secondo le indicazioni del documento, il Lettore “deve dare prova della sua familiarità con il testo biblico” e avere “particolari capacità e anche accorgimenti tecnici, ma soprattutto la consapevolezza gioiosa di essere a servizio della parola di Dio per suscitare, risvegliare e far vibrare la fede in coloro che l’ascoltano”. I Lettori saranno impegnati in “attività pastorali che riguardano l’ascolto della parola di Dio: lectio divina, centri di ascolto, catechesi bibliche, sia all’interno della comunità parrocchiale o interparrocchiale che in ambienti di vita e lavoro”. L’accolito, nelle Chiesa di Sicilia, collaborerà “nelle iniziative a favore dei sofferenti e degli ammalati, con gli operatori pastorali della Caritas, impegnandosi, per quanto è possibile, anche negli ospedali”. Il suo ministero è “strettamente legato al mistero eucaristico” e per questo gli è chiesta non soltanto “la fedeltà alla celebrazione eucaristica, domenicale e non, ma anche a momenti personali di adorazione davanti a Gesù nel tabernacolo”. Si dedicherà alla “formazione al senso della comunione fraterna”, assisterà il presbitero e il diacono nel servizio all’altare, purifica i vasi sacri e, oltre a distribuire la comunione, coordina i ministri straordinari della comunione in una parrocchia o a livello interparrocchiale, e, collaborando con i delegati del vescovo, si occupa della loro formazione spirituale (ritiri, catechesi)”; sarà anche animatore del gruppo liturgico.
Il Catechista “deve essere testimone della sua fede, poiché l’annuncio reclama soprattutto credibilità non soltanto nel suo modo di essere: scelte, decisioni, proposte, ma anche nella capacità di saper dire la fede con il linguaggio di coloro che ascoltano e accolgono la sua testimonianza”. I vescovi di Sicilia operano “una distinzione, senza per questo generare differenze: da una parte la moltitudine dei catechisti che, dopo aver ricevuto il mandato del vescovo, si adoperano nel trasmettere la fede all’interno delle comunità d’appartenenza; dall’altra i catechisti istituiti con il compito di coordinare, sostenere e formare, collaborando con il parroco o più parroci, dopo aver ricevuto ufficialmente il mandato del vescovo con il rito di istituzione”. Questi ultimi dovranno essere “consapevoli di agire in nome della Chiesa, sostenuti dalla preghiera e dal riconoscimento della comunità, capaci di creare sinergie pastorali con altre figure che hanno compiti educativi all’interno delle parrocchie”. Per la formazione a ciascun ministero, nelle Linee guida si propone che “essa, seguendo un percorso specifico di tipo teologico-pastorale, sia biennale con il seguente indirizzo: il primo anno comune ai tre ministeri, con discipline teologiche; il secondo specifico e in forma laboratoriale, con discipline che riguardano l’ambito pastorale dei singoli ministeri. Possono iscriversi a quest’itinerario formativo – specificano i vescovi – tutti coloro che lo desiderano, senza uno specifico titolo di istruzione e con una discreta attitudine allo studio e all’apprendimento”.