“Il Sinodo dovrebbe dare priorità all’annuncio del Vangelo alla luce dei segni dei tempi in modo che la Chiesa possa presentare la fede a tutti con chiarezza, linguaggio comprensibile, stile diverso, forme nuove, e rendere la celebrazione dei sacramenti più partecipata e le sue strutture più efficienti e meno burocratiche, in modo che i cristiani si sentano a casa, abbiano il loro ruolo e non si sentano emarginati”. È quanto auspica il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, in una nota diffusa in vista della prima sessione Sinodo dei vescovi di ottobre dedicato alla sinodalità. “È necessario aggiornare la formazione del clero al livello umano, psicologico, spirituale, teologico, liturgico, pastorale, ma anche la disciplina”, avverte Mar Sako che da Erbil, “lontano dalla sua sede di Baghdad”, chiede che “ci sia un vero rinnovamento, studiato in tutti gli aspetti, della vita della Chiesa, della sua attività e dei suoi obiettivi, con la partecipazione attiva e la consultazione dei fedeli, ma senza annullare la partecipazione collegiale della gerarchia ecclesiastica e della sua autorità”. “Le speranze dei fedeli cristiani – spiega – attendono un nuovo orizzonte aperto dal cammino sinodale, rafforzato dalla coesione teologica, amministrativa e pastorale in perfetta sintonia con la missione della Chiesa e lo spirito sinodale”. Da qui la richiesta del patriarca caldeo che “il Sinodo, il Santo Padre e i dicasteri romani prestino un’attenzione particolare alle Chiese orientali, culla del cristianesimo che sentono minacciate la propria esistenza. Auspico anche che la Chiesa svolga un ruolo profetico e vitale nella creazione di un mondo più umano, pacifico, giusto e dignitoso”.