Nei giorni scorsi il “Congresso dei teologi” del Dicastero per le Cause dei santi ha riconosciuto nella vita di suor Teresa Tambelli, la suora Figlia della Carità, superiora dell’Asilo della Marina, la disposizione costante a compiere il bene con continuità e senza esitazioni, cioè la pratica delle virtù cardinali e teologali vissuta a un livello elevato, superiore alla media. Ne danno notizia oggi le Figlie della Carità della Sardegna.
“Senza questo riconoscimento ufficiale – afferma il postulatore generale, padre Giuseppe Guerra – la causa di suor Tambelli si sarebbe fermata definitivamente. Invece andrà avanti e nei prossimi mesi passerà al vaglio dei cardinali e vescovi del Dicastero presieduto dal cardinale Marcello Semeraro. Se anche questo sarà positivo, il ‘processo-Tambelli’ finirà sul ‘tavolo’ del Papa che con un decreto dichiarerà l’eroicità delle virtù della suora de ‘is piccioccus de crobi’ e delle ‘damine di carità’”. “Soltanto allora – prosegue il postulatore generale – suor Teresa potrà essere chiamata ‘venerabile’. Quando questa prima, fondamentale fase, sarà completata è difficile stabilire con esattezza. Mi auguro al più presto. In questa materia i tempi si misurano in mesi, a volte anni, per la scrupolosa attenzione con cui la Chiesa lavora prima di proclamare beati e santi”. Per beatificare un venerabile, ricordano le religiose, è necessario che alla sua intercessione sia attribuito almeno un miracolo, da documentare con fatti scientificamente inoppugnabili.
Il “processo” romano della causa di beatificazione di suor Tambelli fa seguito a una fase diocesana iniziata il 14 dicembre 2015, quando il postulatore generale presentò il “supplex libellus” all’arcivescovo di Cagliari, l’allora mons. Arrigo Miglio, per l’apertura dell’Inchiesta locale sulla vita e le opere della religiosa. Ottenuto il parere positivo della Conferenza episcopale sarda (6 febbraio 2016) e il “Nihil Obstat” della Santa Sede (23 giugno 2016), il 6 novembre dello stesso anno l’arcivescovo aprì la prima sessione del processo.
In tre anni un apposito tribunale diocesano ha interrogato 55 testimoni e la commissione storica ha preso in esame un migliaio di documenti (biografici e anagrafici, amministrativi, didattici, ecclesiastici e caritativi), di cui 164 inseriti nella “Positio” (479 pagine complessivamente), conservati in 9 archivi sardi, nazionali e internazionali (archivio della casa madre delle Figlie della Carità, Parigi). “Storici e teologi che in momenti diversi hanno passato ai raggi ics la vita e le virtù di suor Teresa Tambelli si sono mossi – spiega padre Guerra – spinti dalla ‘fama sanctitatis’, cioè dell’opinione comune diffusa tra i fedeli di Cagliari di una suor Tambelli percepita come testimone di Cristo e delle beatitudini evangeliche”.