“La sinodalità è un processo esperienziale, spirituale ed ecclesiale di ascolto e discernimento cercando il bene della Chiesa. È un’essenza costitutiva della Chiesa. È camminare insieme”. Lo ha detto mons. Luis Marin de San Martin, sottosegretario del Sinodo, intervenendo stamani alla conferenza “Il Sinodo interroga la comunicazione. La comunicazione interroga il Sinodo”, in corso alla Lumsa, a Roma.
Soffermandosi sulle strutture sinodali, il vescovo ha sottolineato che “devono essere ambiti di partecipazione dove il popolo di Dio si ritrova in comunione”. “La comunione è una grandissima sfida nella Chiesa”. Per una “partecipazione adulta” bisogna “camminare in questo processo con decisione e senza paura”. “Nel processo sinodale occorre superare tre pericoli”, ha osservato mons. De San Martin: burocratismo – le strutture senza la vita –, intellettualismo e mondanità. “Questo ci apre alla dimensione della conversione. Non si può andare nel Sinodo a imporre le idee ma ad ascoltare. La sinodalità è una possibilità di una grazia di Dio. Non è una minaccia, ma un’ottima occasione per approfondire l’esperienza di Cristo Risorto, rafforzare il senso comunitario e promuovere la comunione. Il processo sinodale deve testimoniare la realtà di una Chiesa inclusiva, viva e coerente. Ecco perché è necessaria la partecipazione di tutti”.